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Intercettazioni: dietrofront del Governo, cade l´obbligo del segreto. Csm ancora "fortemente critico". Pd, compromesso da valutare

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Roma, 20 lug – La svolta arriva sotto forma di un emendamento del governo. Nonostante le ripetute promesse berlusconiane che il testo non sarebbe stato toccato, il governo ha cambiato idea. Anche a fronte delle perplessità dei finiani, del Colle e alla montante protesta di moltissimi cittadini contro la legge bavaglio. E che retromarcia sia stata lo si capisce dalla stizza del Cavaliere: ´Con le modifiche di oggi la legge sulle intercettazioni lascerà pressappoco la situazione come è adesso, e cioè non lascerà gli italiani parlare liberamente al telefono e l´Italia non sarà un Paese davvero civile´. Intanto il Csm ha emesso un nuovo parere: nonostante alcune modifiche proposte abbiano ´migliorato´ il testo, resta ´fortemente critica´ la posizione dei consiglieri dell´organo di autogoverno della magistratura La modifica. Il testo presentato oggi modifica il divieto di pubblicazione delle intercettazioni sino alla conclusione delle indagini preliminari, che era previsto dalla parte del testo del ddl già approvata sia alla Camera che al Senato. In pratica si istituisce il meccanismo della cosiddetta ´udienza-filtro´ con la quale il gip di intesa con l´accusa e la difesa decidera´ le parti pubblicabili delle intercettazioni e quelle che invece vengono secretate. Questo significa che le intercettazioni saranno coperte da segreto fino alla conclusione della cosiddetta ´udienza-filtro´. Tuttavia, la proposta di modifica dell´esecutivo non fissa alcun termine entro il quale debba essere celebrata tale udienza, termine invece richiesto dagli emendamenti del Pd. La proposta di modifica comporterà molto probabilmente lo slittamento dell´esame del provvedimento a domani: sarà necessario, infatti, dare tempo ai gruppi di presentare sub emendamenti. I tempi. L´annuncio arriva dopo che i lavori della Commissione Giustizia della Camera sul ddl intercettazioni erano slittati nuovamente. La seduta odierna doveva iniziare con il giudizio del governo sui 600 emendamenti presentati dalla maggioranza e dall´opposizione. Ma pochi minuti prima dell´inizio, la comunicazione del rinvio fino al termine dei lavori odierni dell´aula di Montecitorio. Uno slittamento che suonava come la conferma della difficile ricerca dell´accordo sul testo che doveva soddisfare i rilievi sollevati dal Colle, il punto di vista dell´esecutivo e le diverse sensibilità all´interno della stessa maggioranza. E che aveva fatto prefigurare uno slittamento a settembre. Ma Enrico Costa, capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia della Camera, smentisce: “Non ci sarà nessun rinvio a settembre. Quello che presenterà il governo è un maxi emendamento di sintesi: il provvedimento approderà in aula il 29 luglio”. Il Csm “fortemente critico”. Nuove critiche dal Consiglio superiore della magistratura. Nonostante alcune modifiche proposte abbiano “migliorato” il testo, sulla riforma proposta dalla maggioranza resta “fortemente critica” la posizione dei consiglieri dell´organo di autogoverno delle toghe: la preoccupazione è ancora quella che ci sia una “forte limitazione dello strumento d´indagine”. Il nuovo giudizio è stato messo nero su bianco in un nuovo parere approvato dalla VI Commissione di Palazzo dei Marescialli a larga maggioranza – con il solo voto contrario del laico del Pdl Gianfranco Anedda – che va a “integrare” il testo già approvato dal Csm sull´insieme di norme. (repubblica.it)

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