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Intercettazioni: voto a rischio, oggi blogger in piazza Monte Citorio contro il bavaglio. Domani alle 16 presidio della Fnsi

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Roma, 28 lug – Il collo dell´imbuto ormai è strettissimo. E il destino del disegno di legge sulle intercettazioni si deciderà domani, proprio nel giorno in cui è in calendario l´avvio della discussione generale sul provvedimento ma anche il voto finale sulla manovra. E probabilmente anche l´elezione dei membri laici del consiglio superiore della magistratura. La conferenza dei capigruppo, ieri, ha deciso di rinviare di due giorni la decisione più importante: quella sui tempi di approvazione delle norme sugli ascolti. Il Pdl, almeno ufficialmente, preme perché il testo venga varato entro la prossima settimana, anteponendolo anche ai decreti in scadenza su energia e Tirrenia. A Montecitorio, in ogni caso, si lavorerà anche sabato. ´L´esame del ddl sulle intercettazioni va completato subito, il Parlamento ne discute da due anni´, dice il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto. Il Pd chiede lo slittamento a settembre del provvedimento. Alla fine, di fronte alla mancanza di unanimità dei gruppi, potrebbe toccare al presidente della Camera Gianfranco Fini decidere. Ma Berlusconi attende al varco il co-fondatore, pronto a rimproverargli una dilazione dei tempi che equivarrebbe a uno strappo definitivo. Si avvicina il redde rationem. Di certo, il Csm ha lanciato un nuovo allarme sulla legge in cantiere, malgrado le modifiche apportate in commissione giustizia: la riduzione delle intercettazioni telefoniche – si legge in una relazione di Palazzo dei Marescialli – comporterebbe ´evidenti controindicazioni´ per i magistrati impegnati nella lotta alla mafia. E torna a rumoreggiare la piazza: con la protesta dei blogger prima, dell´Fnsi e del comitato per la libertà e il diritto all´informazione poi. Una due giorni di manifestazioni, mentre nel Palazzo va in scena l´atto decisivo dello scontro sulle intercettazioni. In questo clima, Berlusconi ha annullato l´incontro con i deputati del Pdl nel quale si sarebbe dovuto parlare di conti pubblici e della legge sugli ascolti. Ma la tensione, sui temi della legalità, resta alta. Anche il ministro Stefania Prestigiacomo ora attacca Fini, definendo ´gravissime e inaccettabili´ le parole dell´ex capo di An sull´esigenza che gli indagati del Pdl diano le dimissioni. Non a caso, Berlusconi ieri si è concesso una digressione di natura politica commentando l´ultima operazione contro la ´ndrangheta a Rosarno: ´La sicurezza e la legalità sono la stella polare della nostra azione´. Dichiarazioni rilasciate nelle ore in cui dalla posta centrale di Ravenna, dal vicecoordinatore locale del Pdl, partiva la prima richiesta ufficiale di intervento dei probiviri contro Fabio Granata, il deputato finiano “reo” di aver denunciato che “parte del governo non ha agevolato l´accertamento della verità sulle stragi del ´92”. Granata la prende con ironia: “Vorrà dire che mi farò una passeggiata a Ravenna, posto bellissimo. Sono a disposizione dei probiviri per qualsiasi chiarimento”. Al sottosegretario Alfredo Mantovano, uno dei bersagli dell´attacco di Granata, Fini ha espresso al telefono “immutata stima e considerazione”. Ma il fossato che divide i contendenti del Pdl è sempre più profondo. Come dimostra l´ennesimo articolo del web magazine di Fare Futuro: “Le accuse a Fini? Vuoto pneumatico. Nessuno che provi a spiegare per quale motivo Cosentino si è dimesso da sottosegretario ma non da coordinatore regionale, né perché Verdini abbia lasciato l´incarico nella sua banca ma non quello nel suo partito”. (repubblica.it)_________________________________________________________La Federazione nazionale della Stampa Italiana comunica: “Attenti e vigili in piazza Montecitorio giovedì 29 luglio alle ore 16 in contemporanea con l’avvio del dibattito sul ddl intercettazioni nell’aula della Camera. Il ‘Comitato per la libertà e il diritto all’informazione e alla conoscenza’, che aveva organizzato le manifestazioni del primo luglio a piazza Navona e in altre città italiane, è tornato a riunirsi nella sede della Fnsi ed ha fissato questo presidio per indicare che rimane alta l’attenzione e la mobilitazione delle forze sindacali e sociali. I positivi emendamenti votati dalla Commissione Giustizia della Camera per le parti riguardanti il lavoro dei giornalisti – con l’introduzione dell’udienza-filtro, che è anche il risultato della pressione esercitata per mesi da un ampio cartello di associazioni – non possono nascondere i pericoli che ancora il testo comporta per il diritto dei cittadini a comunicare (con l’immotivata sottomissione dei blog alle stesse regole dell’informazione professionale) e per la sicurezza stessa della comunità, visti gli ostacoli che il disegno di legge Alfano continua a porre al ricorso alle intercettazioni da parte di magistrati e forze di polizia. Né tagli, né bavagli’, aveva detto l’insieme di sigle ritrovatosi a combattere contro le diverse forme di censura. E dunque non c’è motivo di smobilitare, poiché negli stessi giorni in cui viene modificato il ddl Alfano arriva a conclusione una manovra economica di devastante impatto sulle testate cooperative, non profit e di partito, che la cancellazione del cosiddetto ‘diritto soggettivo’ porta in molti casi sull’orlo della chiusura. La decurtazione drastica dei finanziamenti pubblici è il bavaglio più letale, così come i tagli alla culturae allo spettacolo tolgono voce ai punti di vista critici e alle espressioni meno omologate. Il presidio del 29 luglio a Montecitorio riaffermerà la forza dell’alleanza tra gli operatori dell’informazione e della cultura ei tanti cittadini che non vogliono più farsi sottrarre notizie e conoscenza”. (fnsi)

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