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Libertà di stampa: Menia querela Il Giornale per articolo su eredità ad An di una casa a Montecarlo

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Roma, 31 lug – ´´Un altro finiano mette i parenti in una casa lasciata in eredita´´´ titola oggi ´Il Giornale´, alludendo all´inchiesta sulla casa a Montecarlo lasciata in eredita´ ad An ed affittata al cognato di Gianfranco Fini. Stavolta finisce nel mirino del quotidiano di famiglia di Berlusconi il sottosegretario all´Ambiente Roberto Menia, che annuncia querela, da ieri iscritto al nuovo gruppo finiano ´Futuro e Liberta´´ e subito raggiunto dalla solidarieta´ dl ministro Stefani Prestigiacomo, che ne sottolinea ´´rigore morale, onesta´ intellettuale, grandissimi principi e valori´´. ´Il Giornale´ sostiene che Menia, grazie a una donazione in un testamento di sole 7 righe scritto poco prima di morire, ha avuto un immobile dalla madre di Almerigo Grilz, segretario del Fronte della Gioventu´ locale negli anni ´70, braccio destro di Gianfranco Fini e pupillo di Giorgio Almirante, morto in Mozambico nel 1987. Producendo la testimonianza di diversi ex missini, il quotidiano spiega che la vedova Grilz voleva in realta´ regalare l´immobile al partito e non a Menia. Roberto Menia ribatte alla pagina ´´volgare e velenosa´´ che lo riguarda annunciando querele e parlando di ´´politica del fango nei confronti dei presunti nemici interni´´. ´´A differenza di altri, la casa in cui vivo l´ho acquistata a prezzo di mercato e ci sto pagando il mutuo – spiega dunque Menia -.Sull´appartamento di Trieste lasciatomi in eredita´ dalla mamma di Almerigo Grilz, ogni cosa e´ chiara e alla luce del sole´´. Quando Almerigo ´´capo ed amico del cuore´´ mori´ da reporter in Africa, la madre ´´resto´ totalmente sola´´. ´´Le stettero vicini in pochi: c´ero io, l´amico Fulvio Sluga, l´ex fidanzata di Almerigo – spiega Menia – La vecchia mamma ne rimase delusa, com´era delusa dalle liti dell´ex mondo missino e dalla creazione di due associazioni a nome di Almerigo che sostenevano tesi contrapposte´´ (una delle di Fausto Biloslavo, autore del pezzo del ´Giornale´, l´altra di Menia ed altri. Ndr). ´´La signora Laura – spiega ancora Menia – sopravvisse al figlio per undici anni, sempre piu´ sola. Gli ultimi due in una casa di riposo poiche´ non era piu´ in grado di deambulare. Le stetti vicino perche´ le volevo bene. Lei mi considerava una sorta di figlio acquisito. Nel 1994, quattro anni e mezzo prima di morire, senza dirmelo, decise di lasciarmi il suo appartamento alla sua scomparsa. Non lo fece su un anonimo pezzo di carta, come lascia intendere il Giornale, ma lo fece davanti al notaio, dinnanzi al quale alla sua morte fu aperto il testamento. Per rispetto a lei, quell´appartamento non l´ho mai venduto o affittato: ci ho fatto dormire saltuariamente parenti, amici, o ospiti, dopo averlo un po´ restaurato. Non credo sia reato ne´ sia immorale´´. ´´L´archivio di Almerigo – dice ancor Menia – l´ho donato a Fulvio Sluga, che con me si era preso cura della signora Laura e trovavo ingiusto non avesse nulla in ricordo di Almerigo´´. ´´Tutto chiaro, lucido, trasparente – conclude Menia -. Il resto e´ volgarita´ e fango´´. (ansa)

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