Cerca
Close this search box.

Cronaca: Palermo, Cuffaro assolto per aver assunto alla Regione venti addetti stampa senza concorso

Condividi questo articolo:

Palermo, 27 set – L´esito del processo, il terzo, questa volta l´ha saputo al telefono dal suo avvocato. Non era in aula oggi l´ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro finito davanti al gup per avere nominato per chiamata diretta, quindi senza alcun concorso pubblico, 20 addetti stampa della Regione. Abuso d´ufficio il reato che gli contestava la Procura, che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio. Ma per il giudice il reato non c´e´. Secondo il magistrato che ha disposto il proscioglimento dell´imputato, non basta una condotta dubbia perche´ si configuri l´abuso: la legge chiede di piu´. ´´Oggi che vengo assolto – ha commentato l´ex presidente della Regione – non posso che gioire per una sentenza che ha permesso di accertare la verita´ e che riconosce la correttezza dei miei atti amministrativi´´. In 12 pagine di motivazione, depositate contestualmente alla lettura del dispositivo, Conte spiega perche´ il reato non e´ configurabile. La sentenza riepiloga e confuta il ragionamento della Procura che contestava all´ex governatore di avere nominato i 20 addetti stampa senza avere bandito un concorso e senza avere accertato che, all´interno dell´amministrazione, ci fossero delle professionalita´ da utilizzare per la stessa mansione. Cio´, a dire dei pm, in violazione della Costituzione e delle leggi. Le assunzioni sarebbero state finalizzate, inoltre, ad avvantaggiare economicamente i giornalisti che si sarebbero ritrovati un contratto di lavoro a tempo indeterminato e una retribuzione da capo redattore. Pur ribadendo l´esistenza di aspetti dubbi nella vicenda, pero´, il gup esclude l´abuso. Questo il suo ragionamento: il presidente della Regione puo´ nominare fiduciariamente, ad esempio a titolo di consulenti, soggetti esterni all´amministrazione. Quello che stride in questo caso, a dire del magistrato, e´ il fatto che si tratti di assunzioni a tempo indeterminato, di persone cioe´ che restano nei ranghi della Regione a prescindere dalla sussistenza del rapporto fiduciario con chi li ha nominati. Pero´, pur essendo evidenziabili profili di illegittimita´ nella procedura seguita, perche´ possa parlarsi di abuso d´ufficio la legge chiede che si dimostri che dolosamente il pubblico ufficiale, in questo caso Cuffaro, abbia voluto favorire qualcuno. E la prova che cio´ si avvenuto, a dire del gup, stavolta non c´e´. ´´A prescindere da quali siano state le reali cause della condotta di Cuffaro – scrive il giudice – resta il fatto che non e´ stata dimostrata in alcun modo la sua specifica intenzione di danneggiare intenzionalmente la Regione o, sotto altro profilo, di favorire i soggetti assunti, che hanno tutti regolarmente svolto la propria attivita´ lavorativa´´. ´´Non emerge dagli atti – continua – alcuna circostanza in base alla quale presumere che Cuffaro avesse motivazioni dirette e indirette per avvantaggiare i giornalisti assunti e non e´ stato addotto alcun elemento da cui dedurre rapporti di amicizia, interesse o anche semplice conoscenza tra l´imputato e i giornalisti stessi´´. Motivazione analoga ha spiegato l´assoluzione del coimputato, l´avvocato Franco Castaldi, il responsabile dell´ufficio legislativo della Regione che aveva espresso parere legale favorevole alle nomine. Chiusa la vicenda penale, resta aperto, pero´, il procedimento davanti alla Corte dei Conti. Il procuratore contabile ha chiesto la condanna di Cuffaro, Castaldi e dell´attuale governatore Lombardo a risarcire allo Stato 7 milioni a titolo di danno erariale per le spese sostenute dalla Regione per gli stipendi dei 20. La sentenza e´ attesa per fine novembre. (ansa)

Il network