Milano, 1 ott – E´ ancora presto per affermare con certezza che ´´la variabile´´ della violenza politica sia tornata sulla scena, per giunta a Milano. Ma sarebbe altrettanto azzardato, e pericoloso – confida un inquirente – escludere la matrice ´´antagonista´´ nell´aggressione al caposcorta del direttore di ´´Libero´´ Maurizio Belpietro, avvenuta ieri sera nel centro del capoluogo lombardo. Cosi´ come occorre ancora attendere l´esito di alcuni riscontri, viene sottolineato, per capire se era davvero il giornalista l´obiettivo dell´uomo travisato con una camicia grigio-verde come quelle indossate dai militari della guardia di Finanza. Le indagini della Digos si muovono a 360 gradi e al momento gli investigatori non escludono alcuna pista, pur partendo da alcuni punti fermi, come la testimonianza del capo scorta di Belpietro (che ha riferito dell´arma automatica che avrebbe sparato se non si fosse inceppata, del travisamento dell´uomo con una camicia simile a quelle in dotazione alla guardia di finanza), e l´identikit ricostruito sulle indicazioni del poliziotto. Per ora, dunque, le piste al vaglio della questura di Milano, in costante contatto anche con l´antiterrorismo del Viminale, non escludono l´ampio vaglio della matrice ´´politica´´, dall´antagonismo eversivo all´area anarco-insurrezionalista, ma non scartano nemmeno la traccia della criminalita´ comune. Ossia, che l´uomo scappato in fretta e furia dal condominio di via Monte di Pieta´ ieri notte a Milano, sia stato un rapinatore in attesa della vittima di turno nella tromba delle scale dell´elegante stabile, trovandosi nel posto sbagliato al momento sbagliato: si e´ infatti imbattuto nel caposcorta di Maurizio Belpietro, un giornalista che da otto anni ha una vita blindata e sotto scorta. Una ´´tutela´´ che, ha annunciato il questore Vincenzo Indolfi, e´ stata da oggi rafforzata: oltre ai due uomini che accompagnano abitualmente Belpietro nella sua vettura, da oggi un´altra auto, con altri due poliziotti, assicurera´ la vigilanza. Alle ipotesi cosiddette ´´politiche´´ e della criminalita´ comune, si affianca anche un terzo filone: quello di una ´´vendetta´´ di qualcuno che per motivi legati sempre alla professione di giornalista di Belpietro, magari per articoli scritti in passato, voleva fargliela pagare. Il questore Indolfi ha definito ´´delicata´´ e ´´grave´´ la vicenda, ma ha sottolineato che ´´tutto e´ ancora da approfondire´´. Un aiuto decisivo alle indagini potrebbe giungere dall´esame dei filmati delle telecamere che ci sono in zona. Per quanto riguarda la ricostruzione, l´uomo sorpreso in via Monti di Pieta´, avrebbe agito da solo, senza l´aiuto di un complice, scappando successivamente da un uscita secondaria del condominio che da´ su un giardino attiguo allo stabile, scavalcando un muro di cinta di circa due metri prima di far perdere le sue tracce. Segno che conosceva bene i luoghi, magari grazie a un precedente sopralluogo? Oppure stava proprio in quel momento effettuando una ricognizione? Ipotesi che restano tali, per ora. L´identikit realizzato dalla questura di Milano restituisce intanto i tratti dell´aggressore: viso squadrato, con zigomi marcati e labbro superiore sporgente, pupille dilatate e capelli pettinati all´indietro grazie anche ad una dose massiccia di gel. Razza caucasica, corporatura massiccia un metro e 80 di altezza. Mentre la scheda segnaletica parla anche di probabile cittadinanza italiana, nonostante il fatto che l´aggressore non abbia proferito parola quando e´ stato sorpreso a pochi metri dall´uscio di casa Belpietro. L´analisi dei filmati delle telecamere – c´e´ ne e´ una di uno show-room accanto al condominio di via Monti di Pieta´ – potrebbe completare il mosaico e far giungere ad una identificazione, si spera in tempi brevi. Ipotesi per ora anche sull´arma: la pistola – una semiautomatica tipo Beretta – secondo il testimone ha sparato ma si e´ inceppata, facendo scaturire la reazione del caposcorta. La procura di Milano, intanto, ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di tentato omicidio ai danni dell´agente della scorta. Nell´inchiesta, coordinata dall´ex procuratore aggiunto Ferdinando Pomarici e dal pm Grazia Pradella, e´ ipotizzato anche il reato di detenzione e porto abusivo di armi._______________________________________ AGGUATO BELPIETRO SCUOTE LA POLITICA. L´agguato al direttore di ´Libero´, Maurizio Belpietro scuote anche il mondo della politica. La solidarieta´ al giornalista per quanto accaduto nella notte e´ bipartisan. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano gli telefona per manifestargli la sua solidarieta´, che gli arriva anche dalle altre alte cariche dello Stato. Da piu´ parti, pero´, si sottolinea come nel Paese si respiri ormai un crescente clima di odio che, per alcuni e per la stessa vittima, ricorda addirittura quello degli anni di piombo. Un clima che, si sottolinea, e´ influenzato anche dall´inasprirsi dei toni della contesa politica. Il Pdl, in particolare, va all´attacco dell´Italia dei Valori citando il durissimo intervento di Antonio Di Pietro in Aula alla Camera nel giorno della fiducia al governo, quando l´ex pm diede al premier dello ´´stupratore della democrazia´´. ´´Il linguaggio violento usato nelle piazze, in Parlamento e in televisione – dice il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto – e l´esaltazione della contestazione che toglie la parola agli avversari politici mette in moto un meccanismo che alla fine suscita e provoca la violenza autentica. Come e´ noto, gli apprendisti stregoni che stanno in campo si fanno anche concorrenza sul piano di chi fa affermazioni piu´ spericolate. L´esempio classico e´ stato il discorso di Di Pietro alla Camera contro Berlusconi´´. Parole che l´Italia dei Valori rimanda al mittente, bollandole come ´´ignobili´´. ´´Collegare il tentativo criminale di violenza ai danni di Belpietro al mio discorso alla Camera – e´ la replica di Di Pietro – e, piu´ in generale, all´opposizione portata avanti dall´Italia dei Valori nei confronti del Governo Berlusconi e´ un intollerabile atto di sciacallaggio politico´´. Al di la´ del ´duello´ Pdl-Idv, la solidarieta´ al direttore e´ bipartisan. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, condanna fermamente quanto accaduto perche´ ´´nulla puo´ consentire non certo di giustificare ma nemmeno di minimizzare o ignorare un episodio gravissimo e inquietante´´. Che va condannato ´´senza se e senza ma´´, anche per il presidente del Senato Renato Schifani. Da ´Noi sud´ arriva la richiesta che il ministro dell´Interno Roberto Maroni (che annuncia la ´´massima attenzione´´ del Viminale dopo quanto accaduto) riferisca in Parlamento sulla vicenda. Il leader del Pd Pier Luigi Bersani, stigmatizza con ´´ferma determinazione e senza ambiguita´´´ l´aggressione. Mentre dal leader dell´Udc Pier Ferdinando Casini arriva un appello ´´a tutte le forze politiche perche´ si abbassino immediatamente i toni dello scontro: se accadono queste cose tutti, maggioranza e opposizione – dice – devono assumersi le proprie responsabilita´ e fare fronte comune per condannarle ed evitare che possano ripetersi´´. (ansa)