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Cronaca: presunti dossier contro Marcegaglia, perquisita la sede del Giornale. Indagati il direttore Sallusti e il vice Porro. Fnsi, no a controllo preventivo della stampa

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Napoli, 7 ott – Si stava progettando un´attivita´ di dossieraggio nei confronti della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia? Per verificare questa ipotesi, emersa da alcune intercettazioni di sms e di conversazioni tra un giornalista e un collaboratore di primo piano della imprenditrice, i magistrati della procura di Napoli hanno disposto oggi una perquisizione nella sede de ´´Il Giornale´´ e presso le abitazioni di Alessandro Sallusti e Nicola Porro, rispettivamente direttore e vicedirettore del quotidiano milanese. I due risultano indagati per violenza privata nei confronti della Marcegaglia contro cui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, si stava preparando una campagna di stampa simile a quella condotta dal Giornale sulla vicenda dell´appartamento di Montecarlo. E cio´, sempre secondo l´ipotesi accusatoria, sarebbe conseguenza di una intervista che il presidente di Confindustria rilascio´ al Corriere della Sera in cui esprimeva critiche nei confronti del governo Berlusconi. Un´accusa, quella della presunta preparazione di dossier, respinta con fermezza dai vertici e dalla redazione del quotidiano: ´´Sono contento di queste perquisizioni cosi´ si renderanno conto che non abbiamo alcun dossier´´, ha dichiarato il direttore editoriale Vittorio Feltri. L´inchiesta e´ condotta dai pm di Napoli Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock e nasce da una indagine svolta dai carabinieri del Noe su uno smaltimento illecito di rifiuti in cui sono coinvolti importanti gruppi industriali. La vicenda sarebbe cominciata dopo l´intervista rilasciata il 15 settembre scorso al Corriere della Sera. Gli inquirenti intercettarono il giorno dopo un sms inviato da Porro a Rinaldo Arpisella, responsabile dei rapporti con la stampa della Marcegaglia: ´´Ciao Rinaldo domani super pezzo giudiziario sugli affari della family Marcegaglia´´. Pochi minuti dopo i due parlano al telefono: il giornalista, in un passaggio evidenziato nel decreto di perquisizione, afferma ´´…adesso ci divertiamo per venti giorni romperemo il cazzo alla Marcegaglia come pochi al mondo!´´, aggiungendo che non si trattava di uno scherzo e di aver ´´spostato i segugi da Montecarlo a Mantova´´, con riferimento – spiegano i pm – alla citta´ centro degli interessi economici e familiari del presidente di Confindustria. In un´altra telefonata con il responsabile delle relazioni esterne di Mediaset, il collaboratore della Marcegaglia chiede un intervento di Fedele Confalonieri, e il presidente Mediaset si sarebbe poi realmente attivato presso il Giornale come si evince sia dalle affermazioni di Arpisella sia dalle stesse dichiarazioni della presidente degli industriali, che conferma la circostanza nel corso di dichiarazioni rese ai pm. C´e´ agli atti inoltre un´altra telefonata, del 22 settembre, tra Porro e Arpisella in cui il giornalista afferma: ´´…dobbiamo trovare un accordo perche´ se no non si finisce piu´ qui…la signora se vuole gestire i rapporti con noi deve saper gestire…quello che cercavo di dirti e´ che dobbiamo cercare di capire come disinnescare in maniera reciprocamente vantaggiosa, vantaggiosa nel senso diciamo delle notizie delle informazioni della collaborazione no…´´. Fin qui le telefonate che Porro, intervistato oggi dai giornalisti, ha ridimensionato a ´´frasi scherzose´´: ´´Vorrei che venissero pubblicate sui siti con l´audio. Ci prendevamo in giro vicendevolmente´´, ha aggiunto il vicedirettore del Giornale. Un altro elemento che ha indotto i pm a disporre le perquisizioni sono proprio le dichiarazioni, rese appena due giorni fa dalla Marcegaglia in qualita´ di persona informata dei fatti. ´´Ho sicuramente percepito l´´avvertimento´ – ha detto ai magistrati – come un rischio reale e concreto per la mia persona e per la mia immagine, tanto reale e concreto che effettivamente ci mettemmo, anzi mi misi personalmente, in contatto con Confalonieri´´´. In un passaggio del provvedimento i pm spiegano che un conto e´ il diritto di critica, un altro quello di utilizzare gli scritti, o la prospettazione di propri scritti, per ´´coartare la volonta´ altrui´´. Quando cio´ accade – chiosano i pm – si configura un reato. _____________________________________________ SALLUSTI & PORRO: MA QUALI MINACCE, ERA CAZZEGGIO. Ma quali minacce. Frasi scherzose, semplice ´cazzeggio´ tra un giornalista che da anni si occupa di economia e il capo ufficio stampa del presidente di Confindustria che ha travisato e non ha capito. E´ questa la difesa di Alessandro Sallusti, direttore del ´Giornale´, del suo vice Nicola Porro e del direttore editoriale Vittorio Feltri dopo le perquisizioni disposte dal pm di Napoli Henry John Woodcock nell´inchiesta per presunte minacce al presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Un colossale malinteso, insomma, nel quale – e´ la tesi di Sallusti, Feltri e Porro – si e´ inserito il pm napoletano che, a loro giudizio, ha qualche motivo di astio nei confronti del quotidiano dopo l´articolo di qualche settimana fa con il titolo ´Il pm delle cause perse´´ sull´assoluzione di Vittorio Emanuele. Difetto di comunicazione tra ufficio stampa ed Emma Marcegaglia? Di certo c´e´ che la presidente di Confindustria si deve essere veramente sentita minacciata se la mattina del 16 settembre, come ha riferito Vittorio Feltri, Fedele Confalonieri lo ha chiamato per sapere se veramente il ´Giornale´ stava preparando una campagna stampa spostando ´i segugi´ da Montecarlo verso Mantova, dove abita Emma Marcegaglia. Vittorio Feltri ha voluto essere presente alla conferenza stampa per spiegare con Sallusti e Porro le ragioni del quotidiano, scherzando anche sull´idea di un´intervista per porre fine al presunto dossieraggio: ´´La Marcegaglia parla ogni due minuti alla televisione e ci ha fatto venire il latte alle ginocchia. Anzi, se permettete ci ha rotto i coglioni. Quando ero direttore del ´Giornale´ non me ne fregava niente di intervistarla e penso di interpretare il pensiero di Sallusti e cioe´ che anche a lui non interessa una sua intervista´´. Nella sede di via Negri, a poche decine di metri dal Palazzo della Borsa, molti giornalisti del quotidiano fondato da Indro Montanelli sono arrivati quando ancora era in corso la perquisizione per capire cosa stava veramente accadendo. Dopo mesi di polemiche per la vicenda dalla casa di An a Montecarlo, in molti non hanno nascosto la preoccupazione per un nuovo caso. Alessandro Sallusti ha definito la perquisizione un atto di ´´violenza psicologica´´ e si e´ chiesto per quale motivo questo trattamento la magistratura non lo riservi anche ad altri giornalisti, usando ´´due pesi e due misure´´ con la Marcegaglia, Berlusconi e Schifani. ´´Anche Silvio Berlusconi e Renato Schifani – ha spiegato – gridano ai quattro venti di sentirsi minacciati. Schifani ripete di sentirsi minacciato dall´inchiesta de ´Il Fatto´. Mi chiedo, anche se non lo auguro ai colleghi de ´Il Fatto´, perche´ la magistratura non va a perquisire la loro redazione e invece viene da noi perche´ la Marcegaglia dice di essere minacciata´´. Se la difesa di Sallusti e Feltri e´ ´politica´, Nicola Porro si preoccupa anche della sua immagine: ´´Vorrei che venissero pubblicate sui siti con l´audio queste telefonate. Si capirebbe dal tono che ci prendevamo in giro vicendevolmente. Arpisella lo conosco da tanti anni e lo sento piu´ volte al mese come tutti i giornalisti che, come me, fanno economia. Se qualcuno ha capito che era una minaccia ha capito male e io mi scuso´´ e Sallusti dice ´´io gli do´ la buonafede´´. (ansa)________________________________________SIDDI (FNSI), INQUIETUDINE PER PERQUISIZIONE GIORNALE. ´´Suscita grave inquietudine quanto sta accadendo in queste ore al Giornale di Milano, sottoposto per ordine della Procura di Napoli a verifiche e sequestri di documenti e materiali di lavoro del direttore e di altri giornalisti´´. E´ il primo commento a caldo del segretario nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Franco Siddi. ´´Pur nel rispetto del lavoro dei magistrati e in attesa di un rapido chiarimento su tutta la vicenda, non vorremmo – ha spiegato Siddi – che gli interventi in atto assumessero i caratteri del controllo preventivo sulla stampa. Per l´informazione sono momenti molto delicati, perche´ stanno comparendo sulle tracce del suo lavoro troppi pozzi avvelenati´´. (adnkronos)

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