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Libertà di informazione: sarebbero controrivoluzionari i due giornalisti tedeschi arrestati in Iran. Merkel, vogliamo liberarli

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Teheran, 12 ott – Sono accusati di ´´legami con elementi contro-rivoluzionari´´ iraniani residenti in Germania i due tedeschi arrestati domenica sera in Iran mentre intervistavano il figlio di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna condannata a morte per adulterio e per complicita´ nell´omicidio del marito. Lo ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Ramin Mehman-Parast, senza confermare la loro cittadinanza ne´ se si tratti di giornalisti. Il ministro degli Esteri di Berlino, Guido Westerwelle, ha invece affermato che i due sono cittadini tedeschi, pur non confermando che si tratti di giornalisti, mentre la cancelliera Angela Merkel ha espresso ´´grande interesse´´ per la loro liberazione. A questo fine Westerwelle ha detto di avere avuto ieri sera una conversazione telefonica con il suo omologo iraniano, Manuchehr Mottaki. Secondo indiscrezioni di stampa circolate ieri in Germania, i due sarebbero un reporter e un fotografo del domenicale Bild am Sonntag. Un portavoce del ministero degli Esteri tedesco ha detto che i due sono ancora detenuti nella regione di Tabriz, dove sono stati arrestati. Non si hanno notizie intanto sulla sorte di Sajjad Ghaderzadeh, figlio di Sakineh, e dell´avvocato della donna, Javid Hutan Kian, che sarebbero stati anch´essi arrestati. ´´I due cittadini stranieri rimangono in carcere mentre continua l´inchiesta´´, ha detto Mehman-Parast. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha detto che non vi e´ la prova che si tratti di giornalisti. ´´Se uno e´ un giornalista deve venire in Iran con un visto per la stampa´´, ha sottolineato Mehman-Parast, aggiungendo che questo non era il caso dei due arrestati. Ieri il procuratore generale iraniano, Gholamhossein Mohseni-Ejei, aveva detto che i due erano entrati nella Repubblica islamica con visto turistico. Secondo Mehman-Parast, i due tedeschi erano ´´in contatto con elementi contro-rivoluzionari´´ in Germania, che li avrebbero aiutati ad ottenere l´intervista con il figlio di Sakineh. A dare la notizia dell´arresto era stata ieri la portavoce del Comitato internazionale contro la lapidazione, Mina Ahadi, residente in Germania, che era al telefono con i due giornalisti per aiutarli con la traduzione dell´intervista quando gli agenti dei servizi di sicurezza hanno fatto irruzione nello studio dell´avvocato Hutan Kian. (ansa)

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