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Libertà di informazione: Libia, molestie sessuali a fotografa del Nyt premio Pulitzer 2009. Aggredita anche inviata della Cbs

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Londra, 22 mar – Una fotografa di guerra del New York Times e´ stata aggredita sessualmente nei giorni in cui, assieme a tre colleghi del quotidiano americano, e´ rimasta ostaggio delle forze libiche fedeli a Muammar Gheddafi. ´´Uno di loro mi ha palpato i seni´´, ha detto Lynsey Addario, premio Pulitzer nel 2009 per il suo lavoro in Afghanistan. Ed e´ stato l´inizio di una serie di molestie sessuali continuate: ´´Allungavano continuamente le mani. Ogni uomo che entrava in contatto con noi toccava ogni centimetro del mio corpo, salvo quel che c´e´ sotto i vestiti´´, ha detto Linsey al New York Times che oggi, dopo il rilascio, pubblica un resoconto della sua prigionia. Per una donna reporter sulla linea del fronte e´ un rischio collaterale: e´ successo a Lara Logan, la giornalista della Cbs aggredita sessualmente e picchiata a Piazza Tahrir nella notte dei festeggiamenti dopo le dimissioni di Hosni Mubarak. La Logan e´ stata alla fine salvata da un gruppo di soldati e di donne egiziane ma una volta rientrata negli Usa e´ stata ricoverata in ospedale. La sua vicenda ha provocato una protesta del Dipartimento di Stato. Molte donne giornaliste lavorano in questi giorni in Libia. L´inviata speciale del giornale tunisino Le Quotidien Fatma Ben Dhaou era scomparsa da quattro giorni dopo l´ultimo reportage tra i ribelli di Tobruk prima di contattare il marito via e-mail oggi. “E´ sana e salva. Si trova a Bengasi”, ha raccontato. La Addario e´ una veterana di tutte le guerre, dall´Afghanistan all´Iraq, dal Darfur al Congo e uno dei temi ricorrenti delle sue immagini e la rivoluzione velata delle donne islamiche. Parla italiano e oltre al Pulitzer due anni fa, nel 2010 ha vinto la prestigiosa MacArthur Grant, un riconoscimento che la omonima fondazione americana attribuisce ogni anno a una manciata di ´geni´. La fotografa era assieme al corrispondente del New York Times da Beirut Anthony Shadid, il fotografo Tyler Hicks e l´inviato di guerra Stephen Farrell quando e´ stata fermata a un posto di blocco di fedelissimi del rais a Ajdabiya. ´´Ci hanno fatto scendere dalla macchina e uno dei libici mi ha tirato un pugno in faccia. Rideva di me. E quando ho cominciato a piangere, rideva ancora di piu´´. Mentre ai colleghi maschi il trattamento riservato nei giorni del sequestro e´ stato all´insegna di pugni, ingiurie e minacce di morte, quello della fotografa ha avuto un ´valore aggiunto´. Un libico ha minacciato di decapitare Hicks mentre, legati e caricati su un auto, venivano allontanati da Ajdabiya, mentre un altro libico ha accarezzato la testa della fotografa ´´in modo tenero, morboso´´ ripetendole: ´´Morirai stanotte, morirai stanotte…´´. I quattro del New York Times sono rimasti nelle mani dei libici per 48 ore: al terzo giorno sono stati bendati e caricati su un aereo per Tripoli dove, confinati in una sono stati trattati relativamente bene fino al rilascio ottenuto grazie all´intermediazione della Turchia. (ansa)

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