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Editoria: Fnsi, senza investimenti sulle risorse professionali non c´è vera ripresa

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Roma, 13 apr – ´´Per rilanciare l´industria dell´informazione e´ indispensabile un colpo d´ala degli editori. Il costo della fase acuta della crisi e´ stato pagato soprattutto dal lavoro, come dimostra la fotografia del settore fatta oggi dal Presidente della Fieg, Carlo Malinconico´´. Lo dice una nota della Federazione nazionale della stampa a commento della presentazione oggi dello studio sulla stampa in Italia, ma il sindacato e´ convinto che ´´senza un attento e coraggioso investimento sulle risorse professionali non c´e´ ripresa vera´´. ´´Il Sindacato dei giornalisti, innovando sul terreno delle relazioni industriali e del contratto, ha fatto la sua parte per salvare il sistema. Ma ora – continua la Fnsi – una semplice gestione statica dei conti non basta. Serve un disegno, una proposta importante di nuovo modello industriale, un progetto avanzato sulle prospettive del settore dell´informazione che non puo´ prescindere dalla qualita´ e, quindi, dal valore aggiunto dell´investimento in lavoro giornalistico qualificato e regolarmente inquadrato. Lo Stato deve fare la sua parte per sostenere l´informazione quale bene pubblico, per combattere e non favorire gli squilibri strutturali, come la pubblicita´ e i nodi della distribuzione, per combattere il dumping sociale e la precarieta´. La Fieg deve farsi parte attiva per il rispetto delle buone pratiche e degli obblighi contrattuali e sociali del mercato del lavoro giornalistico, perno indispensabile delle attivita´ imprenditoriali, fonte essenziale del suo business, il vero moltiplicatore di valore dell´industria dell´informazione´´. La Fnsi, inoltre, sottolinea positivamente le affermazioni del Presidente della Fieg, Malinconico, relativamente alla riaffermazione della ´´netta contrarieta´ a qualunque forma di divieto di pubblicazione di notizie´´. Su questo terreno, quello della difesa della liberta´ e del diritto dei cittadini ad essere correttamente informati la Fnsi ribadisce la sua disponibilita´ ad iniziative anche comuni. Interessanti le proposte avanzate al governo per incentivare la imprese editoriali, ma esse debbono essere collegate ad un criterio che si basi sulla correttezza e sulla qualita´ dei rapporti di lavoro dentro e fuori le aziende al fine di favorire le imprese virtuose contro forme di concorrenza sleale arrivando a togliere i contributi pubblici a quelle aziende che non applicano regolari contratti giornalistici´´. (ansa)

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