Cerca
Close this search box.

Etica & professione: Facebook ammette, giornalisti comprati per screditare Google

Condividi questo articolo:

New York 12 mag – Facebook ha portato avanti una campagna anti-Google: il social network ha assunto la società di public relation Burson-Marsteller, che ha lavorato per Hillary Clinton nella campagna presidenziale 2008, per invitare giornalisti a scrivere storie che facessero apparire Google sotto una luce negativa. L´ammissione di Facebook è l´ultimo segnale della crescente rivalità fra i due colossi del web, che si contendono i clienti e il budget dei pubblicitari. Secondo quanto riportato dal Daily Beast, Facebook ha assunto Burson-Marsteller per persuadere i giornalisti e i paladini della privacy a scrivere storie critiche su Social Circle di Google. Ma gli sforzi – riporta il New York Times – sono naufragati con Christopher Soghoian, un frequente critico di Google, che ha pubblicato il proprio scambio di e-mail con Burson-Marsteller. Nelle e-mail un rappresentante dell´agenzia di pubbliche relazioni descrive Social Circle come un prodotto disegnato per ´costruire dossier personali di milioni di utilizzatori, in flagrante violazione´ degli accordi di Google con la Federal Trade Commission. Burson, nell´esercitare pressione, non ha mai dichiarato di lavorare per Facebook. Facebook respinge le accuse di campagna denigratoria nei confronti di Google e precisa che l´obiettivo era quello di portare l´attenzione dei giornalisti su un problema di privacy. ´Nessuna campagna denigratoria è stata autorizzata – osserva Facebook – Abbiamo assunto Burson-Marsteller per portare l´attenzione´ sul problema della privacy, ´utilizzando informazioni pubbliche che potevano essere verificate da tutti”. “Il cliente ci ha chiesto – osserva Burson-Marsteller – che il suo non comparisse nel mettere luce alle informazioni pubbliche disponibili´. “Facebook dovrebbe cercare la strada – osserva con il Financial Times Simon David, direttore di Privacy International – per risolvere i suoi problemi non per mettere luce su quelli degli altri”. (ansa)

 

Il network