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Lutti: addio a Roberto Morrione, una vita tra Rai e sociale

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Roma, 20 mag – ´´Fra di noi dicevamo: ma chissa´, per quest´inchiesta negli Stati Uniti ci darebbero il premio Pulitzer, magari. Invece ci fecero fuori tutti´´. Roberto Morrione, morto questa notte a 69 anni a causa di un tumore, ricordava cosi´ in una recente intervista l´inchiesta lanciata dal Tg1 nell´estate del 1990 che segno´ la sua storia professionale. Insieme a Ennio Remondino, sotto la direzione di Nuccio Fava, il giornalista rivelo´ i finanziamenti segreti della Cia alla loggia massonica P2, provocando una serie di audizioni parlamentari. L´anno scorso, in occasione della morte di Francesco Cossiga, Morrione in una lettera spiegava come l´allora presidente della Repubblica ´´chiamato direttamente e pubblicamente in causa da Licio Gelli´´, chiese ´´o una clamorosa azione diplomatica verso gli Stati Uniti o, in caso di falso il licenziamento dei dipendenti Rai che avevano costruito la provocazione´´. Da allora – ricordava Morrione – fu il terremoto nel Tg1: Remondino divenne corrispondente e non tocco´ piu´ inchieste nazionali, mentre Bruno Vespa prese il posto di Fava. Un rapporto difficile quello con il nuovo direttore, durato circa un anno, fino alle dimissioni e l´approdo al Tg3 di Sandro Curzi. Una vita vissuta nella Rai quella di Morrione, che concluse la carriera per raggiunti limiti di eta´ nel 2006 da direttore di Rainews24, da lui guidata sin dal ´99, anno della sua nascita. Una carriera iniziata nel ´62 nella redazione di ´Rotocalco televisivo´ diretto da Enzo Biagi. Poi il passaggio ai Servizi speciali, quindi a Tv7, e al telegiornale, che con la riforma della Rai divenne poi Tg1. Caposervizio degli interni prima, caporedattore della cronaca nel 1983, vicedirettore nel ´90. Poi, dopo la bufera, il passaggio al Tg3 e quindi al Tg2. Infine la direzione di Televideo, di Rai International e di Rainews 24. Fu l´unico direttore Rai a mandare in onda l´ultima intervista di Paolo Borsellino nella quale il magistrato parlava delle indagini su Vittorio Mangano, stalliere di Arcore. Morrione era anche presidente della fondazione Libera Informazione, creata con Don Ciotti. Il giornalista condusse negli ultimi tre anni una osservazione sul campo con i giornalisti piu´ esposti sul fronte della cronaca locale, lottando in prima linea contro la mafia, definita ´´nemico invisibile, ma assolutamente mortale´´. La camera ardente sara´ aperta lunedi´ alle 10 a palazzo Valentini a Roma, dove alle 14 si svolgera´ un commiato pubblico con rito civile. ´´Un grande cronista, uno strenuo sostenitore del servizio pubblico, un cittadino appassionato alla legalita´, un maestro per i giovani´´, lo definisce la Fnsi. L´associazione Articolo 21 parla di ´´un punto di riferimento costante per chiunque si batteva per la legalita´´´. Romano Prodi ricorda ´´l´amico che guido´ la campagna elettorale del primo Ulivo´´. ´´Il suo lavoro e´ sempre stato improntato al pluralismo e alla trasparenza dell´informazione´´, afferma invece Massimo D´Alema. ´´Era stimato da tutti proprio per la sua sincerita´ e per i suoi modi fermi e gentili´´, sottolinea invece Walter Veltroni. (ansa)

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