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Libertà di informazione: da Annozero ai giornali del Nord, le mani della P4 sull´informazione

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Napoli, 22 giu – Da Annozero ai giornali del Nord le mani della P4 sull´informazione Michele Santoro durante Annozero IN PIAZZA Mignanelli, Luigi Bisignani non conosceva requie. Si ´spaccavano culi´ (quello di Michele Santoro), si sorvegliavano palinsesti Rai (Report), si definivano mercati pubblicitari (´Libero´), si suggeriva l´eutanasia della campagna di “Giornale” e “Libero” su Fini e la casa di Montecarlo. E ancora si confezionavano veline, si scomunicavano giornalisti con la schiena dritta (Lirio Abbate), si raccoglievano confidenze sulla furia privata di Vittorio Feltri contro il Cavaliere. Un Potere unico e irresponsabile, perché senza volto, minacciava, blandiva, ricattava, usando l´informazione come un manganello agitato nell´ombra. E di quel potere di cui conosceva bene la forza, lui, Luigi Bisignani, giornalista radiato dall´Ordine nel 2000, interfaccia di Gianni Letta, era totem e anima. MASI È ARRAZZATO: “LO SBORRONE E´ MORTO” Il 14 ottobre del 2010, il direttore generale della Rai è su di giri. Ha buone notizie per il “Principale”. “Santoro sta in fuga. I miei brindano. Questo (Michele Santoro, ndr) non va dai giudici. Va all´arbitrato. Abbiamo vinto, Gigi. E´ morto”. Bisignani bofonchia. Lascia che Masi lo delizi. “Come lo sborrone. Voleva rompere il culo a tutti. Va all´arbitrato. Significa che gli hanno detto che dai giudici prende le botte. Je stamo a spaccà er culo”. Gigi registra e confida il suo entusiasmo in modo più prosaico alla ministra dell´Ambiente Stefania Prestigiacomo. “Un destro così non ti verrà mai più nella vita”. Certo Santoro non è l´unico problema. C´è Milena Gabanelli e il suo “Report”. Hanno preparato un´inchiesta sull´eolico. Bisignani è preoccupato. Chiede a Masi: “Stasera non c´è qualcuno che fa qualche puttanata a Rete 3, Gabanelli, in diretta?”. L´interlocutore lo rassicura: “Contro l´eolico, stasera. Io ho visto il palinsesto”. “Gigi” non si fida: “No, no, no. Magari con queste rivelazioni che escono alle 10 e mezza, Ruffini (direttore di Rete3, ndr) si inventa qualcosa in diretta”. Masi e Bisignani parlano con la frequenza di un figlio con una madre. “Tutti i giorni – annotano i pubblici ministeri napoletani – il direttore generale della Rai manifesta la necessità di relazionarsi con Bisignani”. Anche perché “Gigi”, che lo usa come un ventriloquo, lo blandisce per illuderlo di essere autonomo. Come quei “coach” che lavorano sulla motivazione. “Sei stato bravissimo e lo sai che sono sincero”, gli dice dopo la lite in diretta con Santoro. “Si è visto dalle domande del cazzo, da come ha cominciato. L´avrei preso a schiaffi”. SIMEON AL COACH: “QUELLA MERDA DELL´ESPRESSO” D´altra parte, “Coach” è il termine con cui Bisignani è gratificato da un´altra delle sue pedine in viale Mazzini. Il giovanissimo Marco Simeon, protetto di Angelo Bagnasco, Segretario di Stato vaticano e direttore delle relazioni istituzionali e internazionali della Rai. Nel febbraio del 2010, è deflagrata l´inchiesta di Firenze sul Sistema corrotto dei Grandi Appalti pubblici. Angelo Balducci e la sua compagnia di giro, tra cui l´ex provveditore alle opere pubbliche Fabio De Santis, con cui Simeon si intrattiene al telefono (intercettato), sono in un mare di guai. Lirio Abbate, collega de “l´Espresso”, da tempo sotto tutela perché minacciato da Cosa Nostra, ha la colpa di fare il suo mestiere e di lavorare con un´inchiesta, poi acquisita al fascicolo istruttorio dalla Procura di Perugia, al ruolo del giovane rampollo protetto da Oltre Tevere. Simeon chiama il “Coach”. Sbraita. E´ fuori di sé. Vuole, evidentemente, che “Gigi” (capace per altro – annotano i pm di Napoli – di fare scivolare on-line un comunicato-velina su vicende che stanno a cuore al ministro Prestigiacomo anche su “Repubblica. it”), si muova. Dice: “Quello dell´Espresso è un articolo di merda e nessuno lo ha accorciato”. (Nota della redazione di Repubblica.it. I pm si riferiscono probabilmente all´articolo sulla bocciatura del candidato della Prestigiacomo 1all´agenzia nucleare, in cui peraltro non c´è traccia di “veline”). GIGI, BOCCHINO, I LIBICI E “DAGOSPIA” “Dagospia” è Luigi Bisignani. Roberto D´Agostino è un suo amico. Una parola di “Gigi” può fare del sito un pit-bull, o un barboncino da salotto. Ai pm napoletani lo racconta Italo Bocchino, capogruppo di Fli alla Camera. Interrogato e sollecitato dall´ascolto di un´intercettazione, spiega: “Rilevo che è lo stesso D´Agostino a chiedere a Bisignani se pubblicare o meno le notizie. E rilevo, tuttavia, che Bisignani in qualche modo blocca il D´Agostino che voleva attaccarmi”. Del resto, anche l´ambasciatore libico in Italia, Hafed Gaddur, vede bene di telefonare a Bisignani, per chiedere le ragioni e lamentarsi di quanto ha pubblicato sul suo conto il sito “Agospia” (come dice lui). “Che ha combinato? Ora mi informo e domenica cerco di saperlo”, rassicura Bisignani. FELTRI E BERLUSCONI”SAPESSI COME NE PARLA” Con “il Giornale”, Bisignani ha un rapporto altalenante. Nel pieno della campagna su Fini e la casa di Montecarlo, di cui non gradisce la virulenza e teme gli esiti politici, dice: “Ne abbiamo due o tre da zittire”. E il 9 agosto 2010, del “Giornale” e del suo direttore in quei giorni, Vittorio Feltri (tornerà a “Libero” due mesi dopo), discute con Enrico Cisnetto, editorialista del quotidiano. “Lui ha in testa di candidarsi in politica appena Berlusconi schioda”, dice Cisnetto. “Secondo me – aggiunge – alcuni passaggi che lui (Feltri, ndr) fa sono pienamente finalizzati a creare problemi a Berlusconi, perché poi, quando si è messo a tavola a parlare di Berlusconi, ne parlava talmente male… Se avessi avuto un registratore, mandavo la cassetta al Cavaliere. Sarebbe svenuto. Cosa non ha detto”. SANTANCHÉ E LA LINEA DEL NORD Finché i rapporti si sono rotti, Daniela Santanché viaggia con il vento che “Gigi” le assicura alle spalle. Arrivando a farle suggerire da un amico “l´acquisto delle edizioni locali per il Piemonte, la Lombardia e il Veneto, dei quotidiani “Libero”, “Metro”, “News” e anche “Epolis”, per un fatturato di 10 milioni di euro”. “Così – chiosa all´amica – controllerai tutte le linee del nord”. (repubblica.it)_________________________________________________ DA PRESTIGIACOMO A SCARONI, LE MEDIAZIONI DI BISIGNANI. (Corriere.it). Napoli – Alla corte di Luigi Bisignani bussavano tutti. Politici, manager di Stato, generali, persino un frate francescano. Si rivolgevano a lui per ogni problema e molti gli chiedevano di fare da «mediatore» con Silvio Berlusconi. L´uomo d´affari arrestato per ordine del giudice di Napoli mostra ai suoi interlocutori una frequentazione con il presidente del Consiglio e fa capire di essere di casa a Palazzo Chigi, ma non solo. Per la ministra dell´Ambiente Stefania Prestigiacomo sembra essere un punto di riferimento, tanto che le scrive persino i comunicati. L´amministratore delegato dell´Eni, Paolo Scaroni, lo consulta prima di andare ad Arcore. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno lo chiama prima delle nomine. E da Assisi lo chiamano in vista della visita del Papa. Il 2 dicembre scorso la responsabile dell´Ambiente si lamenta per come vanno le cose nel governo. Prestigiacomo: «Cinque anni fa, cioè o io ora sono in condizione di essere lì e di fare delle cose e di avere la mia quota di visibilità perché faccio delle cose oppure che ci sto a fare il gioco non è un governo di venti ministri, 25 ministri dopodichè quattro comandano e gli altri fanno il contorno… io sono considerata il contorno e perché hanno capito che persona sono… Cioè è che non mi amano no purtroppo ci troviamo tutti in un centrodestra e sono tutti referenti di Berlusconi, stanno tutti per Berlusconi, cioè per esempio lui si incazzerà domani là a Napoli perché io gli ho stoppato l´apertura della discarica a Serre… gliel´ho stoppata ma io sono consapevole del fatto che in otto giorni non cambia niente e poi siamo con la coscienza a posto e non arrivare armati». Prestigiacomo: «No, ma lui non sa niente di quello che faccio io, lui non sa niente, lui domani fa… sarà a noi il problema di competere con Berlusconi, sono contenta così perché siccome noi come ministero dell´Ambiente perché la situazione ormai in Presidenza è che non hanno capito diciamo la Campania è nostra e siete voi fatevelo ma finché non lo fate la vigilanza è dove io personalmente ho una responsabilità io ministra dell´Ambiente…». Già qualche settimana prima, il 15 novembre 2010, definiva Berlusconi «non intelligente». Prestigiacomo: «Cosa ti ha detto Denis?» Bisignani: «Mi ha detto che domani per fare questa cosa… ecco mi ha detto allora per fare questa…». Prestigiacomo: «Lui gli consiglia di non occuparsi però Berlusconi deve essere intelligente e purtroppo non lo è». Bisignani: «Appunto, allora mi ha detto Denis, mi devi dire tu Luigi se io devo tornare in Udc». Prestigiacomo: «E lei e perché». Bisignani: «Ieri ha parlato con Gianfranco». Prestigiacomo: «Lei ha fatto questa uscita sul giornale e lui m´ha chiamato ieri sera poco dopo… ma il problema è uno… difesa Frattini, difesa la Gelmini dice no Berlusconi mi sta…». In un´altra conversazione di novembre, sia pur molto confusa nella trascrizione, parla della titolare delle Pari Opportunità Mara Carfagna che ha appena annunciato l´intenzione di volersi dimettere: «Lei li fa contribuire gli fa quattro cose e lui cancella tutti quelli… e da ragione a Mara (Carfagna) su tutto e lui gli dice e a Salerno quindi li bisogna già che lei ci vada con una soluzione di… che non fa danni, poi la perdonerà sul piano personale e va da Berlusconi così Berlusconi poi… adesso deve chiedere di interessare tutto questo perché lui si propone come quello che risolve il problema (incomprensibile) e fa l´intervista su Repubblica che si propone…». Lo stesso giorno commenta un´intervista e afferma: «…dobbiamo far risolvere a La Russa i problemi di mezza Italia». I due erano già stati intercettati il 26 luglio. La conversazione è annotata in un brogliaccio: «Luigi dice che le ha mandato un messaggino “dormi bene”…». Parlano verosimilmente di Santoro e Luigi le chiede se questo viene licenziato se succede il finimondo, in quanto in qualsiasi azienda al mondo uno che manda a quel paese il suo direttore generale viene cacciato. La donna dice che non è che succede il finimondo ma è, come dire, è un´ulteriore prova dell´incapacità di questa maggioranza, di questo governo di gestire ogni cosa. Secondo lei non è opportuno e chiede a Luigi: “ma tu lo vuoi fare no?”. Luigi risponde: “Se non lo fai adesso non lo fai più, cioè un destro così non ti verrà mai più nella vita”. Luigi dice: “e poi tra l´altro c´è Ciccio quell´altro che su questa roba qua ci sta facendo una malattia, cioè non è che ogni settimana ci può essere quest´incubo… che palle…”. La donna dice: “io sono una normale”. Luigi “vabbè, perché io non sono normale?”. Donna: “Sì, ma capito Santanchè… tutte le trame… ste cose, io sono una trasparente, queste cose mi mettono anche un po´ di paura”». Di Santanchè in seguito Bisignani parla anche con Flavio Briatore. La definisce «una str… con lei basta». In una conversazione intercettata nel novembre scorso discutono anche del sequestro dello yacht dell´imprenditore ex manager di Formula Uno che commenta: «È uno scandalo, due pesi e due misure». Bisignani concorda: «Una vergogna!». Dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento per Santoro scritta da Bisignani Masi lo chiama. Masi: «Ma ché, sta in fuga. I miei brindano. Cioè questo non va dal giudice, va all´arbitrato. Abbiamo vinto, è morto». Masi: «Santoro in fuga. Se ti da qualche segnale… Ma vedrai che Santoro in fuga questo è. Per la prima volta Gigi. Grande figura, dai retta a Mauro… Gli stamo a spacca´ il c… so´ arrapato come una bestia». Bisignani: «Un abbraccio». L´8 marzo i magistrati chiedono a Scaroni «perché lei chiede a Bisignani quali argomenti e quali questioni affrontare e trattare con il Presidente Berlusconi e addirittura che cosa dire a Berlusconi; dica quali sono le due “cose” che il Presidente Berlusconi avrebbe detto a lei e che lei dice che avrebbe riferito al Bisignani “di persona” e “da vicino”». Il manager risponde: «Bisignani è un mio amico e che io mi consiglio a volte con lui. La “lettera” a cui facciamo riferimento è – credo – una lettera che avevo scritto ai Russi – e cioè alla Gazsprom il cui amministratore è Miller che è l´azienda russa da cui importiamo il Gas – e che volevo sottoporre a Berlusconi vista la rilevanza politica della vicenda e visti i rapporti esistenti tra Putin e Berlusconi. Io ho ritenuto di chiedere a Bisignani il motivo della mia convocazione da parte di Berlusconi dal momento che lui ha quotidiani rapporti con membri del Governo, con giornalisti e con esponenti delle Istituzioni e dunque è più informato di me; peraltro Bisignani ha rapporti di amicizia storici con Letta…». Poi Scaroni parla della Libia: «Abdulhafed Gaddur è un ambasciatore a Roma sicuramente molto influente che conosce tutti da Berlusconi a Letta da Frattini a Bisignani; oggi Gaddur si è schierato con i rivoltosi. Bisignani è molto amico del Gaddur e probabilmente nelle suddette conversazioni si fa riferimento a talune questioni collegate al rinnovo del contratto GAS con la Libia che io ho rinegoziato ad agosto 2010; al riguardo fui chiamato da Gaddur che mi disse che il primo ministro Libico Bagdadi faceva problemi e frapponeva ostacoli a tale rinnovo pretendendo che l´Eni finanziasse attività sociali in Libia in cambio della conclusione del contratto. Direi quasi una concussione; tale cosa a me non andava giù dal momento che il finanziamento riguardava proprio l´area dove erano allocati i campi di concentramento degli italiani in Libia». Annotano gli investigatori: «Il sette gennaio scorso venivano intercettate delle conversazioni dalle quali emergeva che tale “padre Enzo” contattava Rita (la segretaria di Bisignani) al fine di avere un incontro urgente con Bisignani riferendole che “il Papa ha annunciato l´incontro ad Assisi con tutti i leader religiosi del mondo”, aggiungendo che aveva bisogno di parlare con il “Gabinetto di Bondi”». (corriere.it)_____________________________________________________FNSI: E´ EMERGENZA DEMOCRATICA. “Bisogna voltare pagina, pensiamo a iniziative straordinarie” Roma, 22 giu. (TMNews) – “La vicenda P4-Bisignani rappresenta una vera emergenza democratica il cui epicentro è il mondo dell´informazione”. E´ quanto si afferma in un documento approvato dal Consiglio nazionale della Fnsi, con 71 voti a favore e 2 contrari. “Dalle vicende che hanno interessato la Rai alla compravendita di testate e spazi pubblicitari, il grande burattinaio – ha sottolineato il sindacato dei giornalisti – tentava di manovrare nell´ombra con lo scopo di favorire imprenditori e politici amici. Trame che puntavano al controllo del sistema dei media per attuare il quale si volevano colpire in particolare quei giornalisti che non si arrendevano al pensiero unico e mettevano davanti a tutto l´interesse del cittadino a essere informato. Da Michele Santoro a Lirio Abbate (al quale qualcuno avrebbe dovuto ´accorciare i pezzi´, come si legge in una intercettazione), a Milena Gabanelli e tanti altri”. Di fronte a questo, il Consiglio nazionale “impegna la Fnsi a proseguire l´iniziativa di tutela e mobilitazione convocando intorno a un tavolo i soggetti disponibili, a cominciare da quanti hanno dato vita alla grande manifestazione del 3 ottobre 2009 a difesa della libertà di informazione e del diritto dei cittadini a essere correttamente informati”. “Occorre impedire, anche attraverso strumenti legislativi, che servizi segreti deviati e logge massoniche segrete – si aggiunge – inquinino l´informazione di questo Paese; è arrivato il momento di voltare definitivamente pagina. A questo scopo si ipotizzano iniziative straordinarie, anche con la convocazione del Consiglio nazionale, aperte alle forze sane politiche, sociali e culturali, dai partiti alle associazioni e ai movimenti, per discutere e attuare tutti i progetti possibili a tutela di un valore fondante della democrazia”. (tmnews)_____________

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