Cerca
Close this search box.

Intercettazioni: Bindi, i cittadini devono sapere. Bossi, prima vediamo il testo. Paniz (pdl), carcere per i giornalisti

Condividi questo articolo:

Roma, 26 giu – La maggioranza accelera sulle riforme della giustizia. E non solo per ´colpa´ dell´inchiesta sulla P4. Ci sono alcune ´emergenze processuali´ ancora da risolvere, fanno notare alcuni berlusconiani. E cosi´, il centrodestra, oltre al provvedimento sulle intercettazioni che ne dovrebbe di fatto limitare la diffusione sui media (´´soprattutto di quelle irrilevanti´´), ora sembra che punti anche all´approvazione in tempi rapidi del ddl Lussana: quello che originariamente prevedeva l´inapplicabilita´ del rito abbreviato per i delitti puniti con l´ergastolo e che adesso da´ la possibilita´ ai difensori di ottenere la convocazione di tutti i testimoni che vuole, allungando a dismisura i tempi del processo. Unico limite: non potranno essere ammesse le prove vietate dalla legge e quelle manifestamente non pertinenti. In questo provvedimento, di cui la commissione Giustizia del Senato ha concluso l´esame il 9 aprile scorso e che ora e´ pronto per l´Aula, il Pdl e´ da tempo che pensa di inserire un´ altra norma, quella che l´opposizione ha ribattezzato subito come la ´blocca-Ruby´. Obiettivo: sospendere il processo per tutto il tempo in cui viene sollevato conflitto di attribuzione. E´ vero che se questo ´emendamento´ verra´ inserito e approvato dall´Aula di Palazzo Madama, il ddl dovra´ tornare alla Camera, ma i tempi per approvare il tutto entro la pausa estiva, si osserva sempre nel Pdl, ci sono eccome. Entro l´estate si starebbe puntando ad approvare anche il ddl sulla prescrizione breve, sebbene non sembri piu´ cosi´ indispensabile per il processo Mills, ormai destinato comunque a una rapida conclusione. La discussione generale del testo si concludera´ martedi´ prossimo, assicura il presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli. E poi giovedi´ sono previste la audizioni di Csm, Anm e Camere Penali. Dopodiche´, assicura sempre Berselli, verra´ fissato il termine per la presentazione degli emendamenti.E, se approvato dall´Aula del Senato senza modifiche, diventera´ legge entro la pausa estiva. Tra le riforme della giustizia, c´e´ anche un´altra norma che dovrebbe arrivare al voto della Camera in settimana: la cosiddetta ´legge Comunitaria´, quella che contiene la responsabilita´ civile dei magistrati introdotta nel testo grazie all´emendamento approvato dal deputato del Carroccio Gianluca Pini. ´´Avevamo detto che questa norma sarebbe passata – spiega Pini – e passera´. E´ una norma di civilta´ gia´ in vigore in Europa´´. In realta´ nella maggioranza non e´ che tutti siano d´accordo. Ma se la Lega dovesse vincere il suo ´braccio di ferro´ sulla responsabilita´ delle toghe (´´senza quella norma non passa la Comunitaria´´) anche questa norma potrebbe vedere la luce entro l´estate. Dubbi ci sono anche sul fronte delle intercettazioni: dopo l´idea del premier di trasformare in decreto il ddl Mastella, non risultata pero´ gradita al Quirinale, nel Pdl ci si divide tra chi vuol ritirare fuori dal cassetto il progetto di legge del governo ora fermo in Aula alla Camera e chi vuol cominciare daccapo con un altro testo. Tra Montecitorio e Palazzo Madama ne sono stati depositati circa una quarantina tra quelli che affrontano solo il tema delle intercettazioni e tra quelli che ne trattano insieme ad altre questioni. ´´La mia opinione personale – commenta Maurizio Paniz (Pdl) – e´ che e´ stato fatto un lavoro e quello va portato avanti. Quindi a mio avviso si dovrebbe riprendere il testo del governo inasprendo pero´ le sanzioni. Per i giornalisti bisogna prevedere il carcere vero e per gli editori servono pene pecuniarie che funzionino davvero da deterrente soprattutto per quanto riguarda la pubblicazione di intercettazioni irrilevanti ai fini del processo´´. (ansa)______________________________________________INTERCETTAZIONI: BOSSI, PRIMA VEDIAMO TESTO POI DECIDIAMO. “Io non so niente…, la Lega non e´ coinvolta in porcherie”. Cosi´ Umberto Bossi, a Sesto Calende per un comizio, risponde ai cronisti che gli chiedono cosa ne pensi delle intercettazioni che stanno scuotendo il mondo politico. Alla domanda se sarebbe disponibile a votare un decreto legge sulle intercettazioni, Bossi risponde: “Prima lo vediamo, poi lo dico”.(ansa)____________________________________________ INTERCETTAZIONI: BINDI, I CITTADINI DEVONO SAPERE. ´´Ci batteremo con ogni mezzo per impedire una legge che lega le mani alla magistratura e mortifica la liberta´ d´informazione´´. Parola di Rosy Bindi, presidente dell´Assemblea nazionale del Pd, che in un´intervista all´Unita´ sottolinea l´opportunita´ di una commissione d´inchiesta sulla cosiddetta P4. Se non tutto quello che emerge in questi giorni sulla P4 e´ penalmente rilevante, ´´lo e´ politicamente e civilmente´´, afferma Bindi. ´´Ci troviamo di fronte alla prova certa di trame di potere – prosegue – che non hanno niente a che fare con l´esercizio delle responsabilita´ istituzionali e che si frappongono pesantemente tra la sovranita´ dei cittadini e il fine proprio delle istituzioni. Il diritto di sapere da parte dell´ opinione pubblica non si puo´ negare´´. Per l´esponente del Pd, ´´ci vorrebbe una sede politica e istituzionale in cui condurre un´indagine su queste vicende, una commissione parlamentare di inchiesta´´, perche´ ´´dalle intercettazioni emerge un sistema inquietante, e anche squallido, su cui il Parlamento deve far luce. Non si puo´ derubricare a pura azione di lobbying quanto emerso´´. Nell´intervista, Bindi interviene sul problema dei rifiuti. ´´Un governo che non e´ in grado di prendere una decisione su un´ emergenza di salute pubblica come ormai e´ diventata la vicenda dei rifiuti a Napoli, che non e´ capace di intervenire creando una rete di collaborazione tra istituzioni, deve trarre le debite conseguenze´´, sostiene. ´´O il governo si dimostra in grado di risolvere il problema o delegittima se stesso´´. In vista delle prossime elezioni politiche, ´´Il Pd deve farsi carico di costruire un´ampia coalizione. Non possiamo mandare all´opposizione la maggioranza degli italiani, alle prossime elezioni´´, sottolinea Bindi. Di Pietro, dice l´esponente democratica, ´´si e´ reso conto che con l´uscita di scena di Berlusconi puo´ venir meno la ragione sociale del suo partito e la sta riconvertendo, ma il suo elettorato e la sua classe dirigente non credo gli possano consentire atteggiamenti o scelte fuori dal campo chiaro e netto del centrosinistra´´. Quanto a Vendola, ´´deve capire che non accetteremo di fare le primarie se prima non si sa con chi e per fare cosa´´. ´´Alcuni processi indicati da Vendola – aggiunge – sono un cedimento culturale al modello leaderistico berlusconiano che noi non possiamo accettare´´. (ansa)____________________________________________ BONGIORNO, PREMIER ACCECATO DA ODIO ANTI- PM. Quella sulle intercettazioni sara´ percepita come una legge proteggi-casta ´´per colpa del premier´´, che ´´e´ accecato dall´odio verso le toghe´´. Intervistata da Repubblica, Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera, ribadisce il suo impegno perch‚ venga assicurato il diritto di cronaca, ma contemporaneamente si appella ´´al senso di responsabilita´ dei giornalisti´´. Poi aggiunge che il premier ´´quando avevamo l´occasione di fare una legge equilibrata sulle intercettazioni, non lo ha permesso: si ostinava a volerne una che le cancellasse´´, afferma Bongiorno. ´´Se non ci si e´ arrivati la responsabilita´ e´ solo sua e del suo pallino di fare piazza pulita´´. Per la deputata di Fli ´´e´ innegabile che ci sono stati eccessi nel disporre le intercettazioni´´, che comunque ´´restano uno strumento indispensabile di cui la magistratura non puo´, e non deve, fare a meno. Ma bisogna garantire – sottolinea Bongiorno – che siano autorizzate solo quando sono effettivamente imprescindibili. Piaccia o non piaccia, e´ a questo che si deve arrivare´´ In merito alla pubblicazione, ´´se un giornalista ha in mano solo le telefonate selezionate dai pm non puo´ offrirle al pubblico come verita´ assoluta´´, sostiene Bongiorno, perche´ ´´si tratta di frammenti di colloqui, di materiale spesso ancora incompleto´´. La soluzione e´ ´´creare subito le udienze-filtro´´, in cui ´´i difensori possono chiedere di escludere le intercettazioni irrilevanti o di farne trascrivere altre´´. In questo modo, spiega, ´´ci sarebbe in circolazione solo il materiale rilevante´´, un materiale ´´meno parziale´´. (ansa)________________________________________________________________SCHEDA/ INTERCETTAZIONI: TUTTI I TESTI A CONFRONTO. Il governo sembra voler puntare tutto sul ddl Mastella. Il Pd vuol ripartire, invece, dal ddl ´Finocchiaro-Casson´ (presentato nel 2008 al Senato). Ma alla Camera, in Aula, e´ fermo il testo del governo, gia´ approvato dal Senato il 10 giugno 2010. Questi, in estrema sintesi, i tre testi di riforma delle intercettazioni a confronto: quello del governo e´ sia nella versione licenziata dal Senato, sia in quella approvata in commissione Giustizia della Camera (il 28 luglio 2010). REATI INTERCETTABILI – OGGI: tutti i reati piu´ gravi (mafia, terrorismo, sequestro di persona) e quelli puniti con piu´ di 5 anni di carcere, compresa la corruzione. – DDL GOVERNO: sono gli stessi reati, piu´ lo stalking. – negli altri testi non si affronta il tema. LIMITI – OGGI: si possono controllare gli ascolti per tutta la durata delle indagini preliminari. – DDL GOVERNO: nella versione licenziata dal Senato, il limite e´ di 75 giorni piu´ proroga di 3 giorni in 3 giorni. Per i reati piu´ gravi il limite e´ di 40 giorni piu´ altri 20 prorogabili. Nella versione Camera, il limite e´ 75 giorni prorogabili di 15 in 15 fino a conclusione indagini. Per i reati piu´ gravi e´ di 40 giorni prorogabili di 20 in 20. – DDL CASSON-FINOCCHIARO: salvo che per casi di terrorismo o mafia, la proroga degli ascolti non potra´ superare i 3 mesi, a meno che non emergano nuovi elementi di prova. Per le ´cimici´ non piu´ di 2 proroghe, a meno che non intervengano nuovi elementi investigativi. DIVIETI E SANZIONI PER CRONISTI E ´TALPE´ – OGGI: il giornalista che pubblica intercettazioni secretate rischia un mese di carcere, evitabile pagando 281 euro di ammenda. No a multe per editori. – DDL GOVERNO: nella versione del Senato, il cronista rischia un mese di carcere evitabile con una multa di 10 mila euro. Per gli editori 300 mila euro (se pubblicano brani testuali di intercettazioni) o 450 mila euro (se le intercettazioni riguardano persone estranee ai fatti). Nella versione Camera, restano le sanzioni per il giornalista, ma diminuiscono quelle per gli editori: dalle 50 alle 200 quote. Chi passa ai cronisti atti coperti da segreto rischia fino a 6 anni di carcere diventando intercettabile. – DDL MASTELLA: il giornalista che pubblica atti vietati rischia l´arresto fino a 30 giorni o l´ammenda da 10 mila a 100 mila euro. Diventano 6 mesi e 4 anni se le conversazioni sono state raccolte illecitamente. Chi ´rivela´ le notizie puo´ essere condannato da 6 masi a 3 anni. Se si tratta di un pubblici ufficiale la pena aumenta da 1 a 5 anni. – DDL CASSON-FINOCCHIARO: non c´e´ carcere per i cronisti, ma ammende da 500 a 10 mila euro. Oltre a sanzioni disciplinari. Vita dura anche per le ´talpe´ in Procura: se la fuga e´ dolosa da 1 a 4 anni di carcere, se e´ colposa, fino ad 1 anno. Chi prende visione di atti secretati avra´ una reclusione da 1 a 3 anni. Salgono da 1 a 4 anni per chi rivela il contenuto di documenti raccolti illecitamente. INTERCETTAZIONI ´ESTRANEE´ O IRRILEVANTI Tutti i ddl concordano: non potranno mai essere pubblicate. – DDL CASSON-FINOCCHIARO: dovranno essere distrutte, con accordo delle parti, in caso di prescrizione o quando la sentenza passera´ in giudicato. Gli atti ´estranei´ potranno essere distrutti prima, a meno che non si tratti di mafia o terrorismo. ARCHIVIO RISERVATO E´ previsto nei Ddl Mastella, in quello del Governo, e in quello ´Casson-Finocchiaro´. Con analoghe caratteristiche: il Pm vi deve custodire verbali e registrazioni e sara´ il Procuratore ad assumersi la responsabilita´ di eventuali fughe di notizie. Nomina un responsabile. I difensori potranno accedervi solo per verificare il materiale acquisito e chiedere integrazioni. UDIENZA ´FILTRO´ E´ il momento in cui si sceglie tra gli ascolti rilevanti e non. La prevedono il Ddl del governo e quello Finocchiaro-Casson. DIVIETI DI PUBBLICAZIONE – DDL MASTELLA: Non si possono pubblicare ne´ atti, anche se non piu´ secretati, ne´ ´ascolti´ fino alla conclusione delle indagini preliminari. – DDL GOVERNO: nella versione Camera, le intercettazioni rilevanti potranno essere pubblicate solo dopo ´l´udienza filtro´. – DDL FINOCCHIARO-CASSON: Anche secondo questo testo si dovra´ attendere la fine delle indagini preliminare per poter pubblicare conversazioni, comunicazioni informatiche o dati su traffici telefonici. (ansa)

Il network