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Rai: cda spaccato vara nomine, D´Alessandro nuovo direttore di Raidue. Minoranza, errore alienare Santoro

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Roma, 20 lug – Il cda della Rai ha approvato a maggioranza il pacchetto di nomine portato dalla dg Lorenza Lei e che vede in primis il cambio di direzione a Raidue con Pasquale D´Alessandro al posto di Massimo Liofredi, nominato a Rai ragazzi. I legali di Liofredi hanno comunque annunciato che procederanno ´giudizialmente con ricorso d´urgenza per il reintegro´. Al voto comunque dicono sì in cinque, compreso il presidente Paolo Garimberti, assente Angelo Maria Petroni, non partecipano al voto Nino Rizzo Nervo, Rodolfo de Laurentiis e Antonio Verro. L´opposizione parla di ´indegna spartizione´, ma Garimberti replica secco: la logica spartitoria è ´saltata´ grazie a nomine professionali´. Nel pacchetto di nomine anche la conferma di Carlo Freccero a Rai 4, l´arrivo di Massimo Ferrario a Rai 5, di Silvia Calandrelli a Rai educational e di Alessandro Zucca al coordinamento delle sedi regionali. Sono stati inoltre nominati – precisa una nota di viale Mazzini – Maria Mussi Bollini e Giancarlo Noferi vicedirettori di Rai ragazzi. Nella stessa seduta è stata approvata la configurazione di genere della direzione Rai fiction. Dura la reazione dell´opposizione. Per il responsabile Cultura e informazione del Pd, Matteo Orfini si tratta di ´un´altra giornata nera per la Rai´ e le nomine vengono definite ´assurde´, “non giustificabili con nessun criterio e che nulla hanno a che fare col merito e con scelte curriculari”. “E´ l´ennesimo atto spartitorio – ha ggiunto Orfini – che offende la dignità dell´azienda. Ieri avevamo chiesto di fermarsi e di pensare piuttosto alle priorità vere dell´azienda. Chi ha proposto queste nomine e chi le ha votate ha commesso un´incredibile forzatura, con l´unico obiettivo di soddisfare la voracità delle peggiori correnti”. Per il Presidente della Rai Paolo Garimberti si tratta di “nomine professionali”, secondo cui la Rai ha vissuto ” un giorno da azienda normale”. Per Garimberti, merita “rispetto” chi ha scelto di non partecipare al voto, ma anche “chi ha scelto di fare il proprio lavoro di amministratore convinto di farlo nell´interesse dell´azienda”, nella consapevolezza che “forse è stata proprio la logica spartitoria che ha paralizzato la Rai in questi mesi, una logica che è saltata insieme ai nomi indicati in luoghi altri da quelli aziendali”. Quelle approvate, avrebbe detto Garimberti al suo staff, sarebbero nomine “di professionisti nel mero interesse del servizio pubblico”, in “strutture editoriali che erano scoperte da quasi un anno”. E chi parla di “logica spartitoria”, secondo il presidente, “offende la professionalità dei nominati: Freccero, D´Alessandro e gli altri sono dirigenti che hanno una storia e una credibilità professionale che gli viene riconosciuta prima di tutto in azienda”. Critico il consigliere di minoranza Rizzo Nervo, che ha motivato così il suo voto contrario: “Varare con una maggioranza risicata questo pacchetto di nomine è stato un errore molto grave che purtroppo indebolisce ancora una volta la credibilità della Rai. Mi dispiace che vi sia stato un irrigidimento che non ha consentito il rinvio, così come era stato richiesto anche dai consiglieri De Laurentiis e Verro, e che sia stato votato un importante pacchetto di nomine dal consiglio nella sua composizione minima per il raggiungimento del numero legale, 5 consiglieri su 9”. Poi Rizzo Nervo ha spiegato le proprie contestazioni: “Avevo posto un problema serio del quale sono fermamente convinto: se per la tutela legale dei giornalisti (e io non sono d´accordo) valgono le regole della pubblica amministrazione, allora quelle regole devono essere introdotte anche nelle procedure di nomina”, ha spiegato. “Non può la Rai applicare un´interpretazione restrittiva del suo stato giuridico quando è in gioco ad esempio il rinnovo del contratto di Milena Gabanelli e decidere invece che per quanto riguarda le nomine le regole di trasparenza e selezione applicate della pubblica amministrazione non hanno valore”. Un punto su cui si è espresso anche il presidente Garimberti, chiedendo che “Si firmi rapidamente con reciproca soddisfazione” il contratto della conduttrice di Report. Rizzo Nervo, insieme al collega De Laurentis, è tornato anche sulla questione Santoro, alla vigilia del voto in sede sindacale degli accordi che ne determineranno l´uscita dalla Rai, dopo il divorzio del conduttore con la tv di Stato. Accordi che i due definiscono “inefficaci” in quanto “di competenza del consiglio di amministrazione e non della direttora generale”. “Ribadiamo – hanno spiegato De Laurentis e Rizzo Nervo – che aver fatto andare via Santoro è stato un errore grave che avrà pesanti conseguenze sui ricavi aziendali e sugli ascolti di Rai2 nelle prossime stagioni televisive, ed una ferita alle ragioni del pluralismo sulle quali si basa l´autorevolezza di un servizio pubblico”. “Non ho partecipato al voto per una questione di equilibrio e buon senso” ha spiegato il consigliere di maggioranza Antonio Verro. “Alla luce dell´assenza di un consigliere e della scelta di altri due di non partecipare al voto, ho preferito evitare strappi e forzature. Sarebbe comunque stato opportuno seguire il metodo utilizzato per la Direzione Intrattenimento – ha concluso Verro -, ovvero portare all´attenzione del Consiglio proposte largamente condivise. Purtroppo in questa occasione non è andata in questo modo”. (repubblica.it)

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