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Libertà di informazione: intercettazioni, carcere per i cronisti. Bongiorno si dimette. Giornalisti, torneremo in piazza

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Roma, 6 ott – Strappo in commissione Giustizia ieri alla Camera. Il comitato dei nove ha dato parere favorevole a due emendamenti del Pdl che da una parte prevedono il carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni ´irrilevanti´ e dall´altro vietano la pubblicazione delle intercettazioni fino alla cosiddetta udienza filtro. Giulia Bongiorno (Fli), precedente relatrice del testo, ha lasciato l´incarico in segno di protesta. Un´accelerazione che manda a gambe all´aria l´atteggiamento del Terzo polo che portava avanti un approccio ´dialogante´ con la maggioranza. Il carcere è previsto in un emendamento a firma del Pdl Manlio Contento. Reclusione da sei mesi a tre anni per quei giornalisti che pubblicano le intercettazioni irrilevanti. ´La modifica – spiega il deputato – si è resa necessaria perché nel testo licenziato un anno fa avevamo previsto la sanzione penale solo per la pubblicazione degli ascolti espunti o per quelli che andavano distrutti´. Le intercettazioni irrilevanti saranno sia quelle che dopo l´udienza-stralcio vengono ´chiuse´ nell´archivio di segretezza, sia quelle che il pm non fa trascrivere quando manda al giudice una richiesta di misura cautelare. L´intenzione di rinunciare all´incarico di relatrice del ddl intercettazioni Bongiorno l´aveva preannunciata ieri durante la conferenza del Terzo polo, spiegando che avrebbe preso quella decisione nel caso fossero passate proposte che di fatto portavano al black out dell´informazione, con una stretta sulla pubblicazione degli atti. L´emendamento Pdl non consente neanche di riportare per riassunto o nel contenuto le telefonate registrate. La Bongiorno chiedeva di restare fermi al testo licenziato un anno fa grazie alla sua mediazione che invece permetteva di riportare almeno il contenuto delle intercettazioni fino all´udienza-filtro. “Non mi riconosco in questo testo e trovo inaccettabile che sia bastato uno schioccar di dita del premier per mandare in fumo due anni e mezzo di lavoro per cercare un accordo”, taglia corto la deputatata futurista. “Con questa modifica, tutte le intercettazioni che nel corso del tempo verranno conosciute anche dalla difesa, non solo non potranno essere pubblicate nel testo, e questo va bene, ma non se ne potrà nemmeno dare notizia”. AMMAZZA BLOG. Avranno obbligo di rettificare entro 48 ore solo le testate on-line che risultano registrate. È questo l´accordo bipartisan raggiunto nel comitato dei nove, che sta esaminando il ddl Intercettazioni. La proposta è il frutto di alcuni emendamenti presentati da Zaccaria (Pd) e Cassinelli (Pdl). LE REAZIONI. Il Pdl, dunque, sembra sempre più intenzionato a modificare il testo, arrivando al punto di farlo approvare con la fiducia. Preoccupati, ovviamente, i magistrati. “Ci sono intercettazioni e vicende che attengono alla vita privata che non dovrebbero mai essere pubblicate, sono pura pruderie. Ma tentare di mettere una pezza a valle vietando la pubblicazione è un attentato alla libertà di stampa”, dice il segretario dell´Anm Giuseppe Cascini. Mentre per il vicepresidente del Csm Michele Vietti l´emendamento sulla cosiddetta udienza-filtro “è una soluzione che ha una propria ragionevolezza”. Ieri i centristi avevano detto chiaramente di essere contro le modifiche avanzate dalla maggioranza. Ora Pier Ferdinando Casini precisa: “Se si vuole impedire l´obbrobrio di dialoghi che nulla hanno a che fare con le indagini, se si vuole fare una legge con questa finalità, la votiamo, se invece si vuole fare una legge che punta a censurare la stampa o a vendicarsi con i giudici, non vogliamo essere complici”. “Noi abbiamo fatto il nostro – aggiunge il deputato Udc Roberto Rao – la maggioranza avrebbe dovuto fare tesoro della disponibilità che abbiamo dimostrato anche oggi, con l´astensione sulle pregiudiziali di costituzionalità. Invece è rimasto l´emendamento Costa. Così il cammino diventa complesso”. “È scandaloso – attacca il segretario del Pd, Pierluigi Bersani – che mentre quattro ragazze muoiono sotto le macerie per lavorare a quattro euro all´ora e Moody´s ci declassa, noi siamo qui a parlare di intercettazioni. Questo dimostra la totale perdita di presa verso gli interessi del Paese di un governo che pensa solo agli affari suoi, lo vedono in tutto il mondo che è così”. Per il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi, “la legge bavaglio è uno schiaffo alla democrazia e alla libertà di stampa, ed è anche un´offesa ai cittadini, che chiedono misure concrete contro la crisi economica e non bavagli all´informazione” Il Pdl: “Noi garantisti”. La parola chiave per la maggioranza è ´garantismo´. “Da un lato – dice il deputato del Pdl, Manlio Contento – c´è chi, come Bongiorno e l´opposizione, ritiene che le intercettazioni debbano continuare ad essere riportate sui giornali, qualora inserite nelle ordinanze di custodia cautelare o in provvedimenti analoghi, che riportano per lo più le tesi dell´accusa. Dall´altra parte stanno i garantisti”. E anche il Guardasigilli Nitto Palma non nasconde le perplessità per la scelta della Bongiorno: “Ognuno fa quello che vuole. Non comprendo le dimissioni, le variazioni del testo sono minime ed estremamente ragionevoli”. Nel frattempo la Camera ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Pd e Idv. I sì sono stati 230 e 307 i no. Astenuti 63 deputati. Il Terzo Polo, come previsto, si è astenuto. (repubblica.it)________________________________________________________________BONGIORNO, COSI´ FINISCE DIRITTO CRONACA. ´´Piu´ che la sanzione in se´, mi fa paura il restringimento dell´area del diritto di cronaca. Se l´area e´ ampia, chi viola dev´essere sanzionato. Invece e´ stato votato un emendamento che comprime in maniera eccessiva il diritto di cronaca´´. Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera, parla cosi´ a Repubblica, dopo le dimissioni da relatrice del ddl intercettazioni. ´´I limiti alla pubblicazione – aggiunge – non possono, non devono, essere eccessivi. Con questo emendamento, invece, il divieto si dilata a dismisura, sia dal punto di vista temporale, sia da quello dei contenuti. E quando i divieti sono eccessivi nessuno li rispetta. Faccio una previsione fin d´ora: e´ improbabile che i giornalisti rispettino una norma che impone per lunghissimo tempo il silenzio anche sul contenuto delle intercettazioni rilevanti e conosciute dall´interessato´´. Intervistata anche dal Corriere della Sera e dal Messaggero, Giulia Bongiorno sottolinea, riferendosi ad Alfano e Ghedini, che a volte ´´bisogna saper dire ´no´ ´´ anche al premier. ´´Non comprendo le giravolte improvvise – dice al quotidiano di via Solferino – Berlusconi non e´ un tecnico della materia, bisognava dirgli che, dopo due anni e mezzo a discutere con me, non si poteva tradire l´accordo e rompere col terzo polo´´. ´´Se avessi trattato con dei peones l´avrei messo nel conto, invece ho trattato con persone che veramente stimo. Angelino – prosegue – e´ intelligente, ha spessore e cultura ma queste caratteristiche devono tradursi nella possibilita´ di dire no anche a Berlusconi´´. ´´Io ho saputo dire di no a un potente come Andreotti´´. (ansa)___________________________________________________________________ GIORNALISTI, SAREMO ANCORA IN PIAZZA. L´annuncio di un nuovo appuntamento per il 12 ottobre, in concomitanza con il voto parlamentare sul ddl intercettazioni, sempre alle 17 al Pantheon, per continuare la protesta, ha concluso gli interventi al presidio organizzato in piazza a Roma contro il provvedimento. Ad alternarsi sul piccolo palco, per poco piu´ di due ore, davanti a circa un centinaio di partecipanti, fra gli altri, il leader Idv Antonio Di Pietro, Paolo Gentiloni (Pd), il presidente e il segretario della Fnsi, Roberto Natale e Franco Siddi, Vincenzo Vita, Ottavia Piccolo, Francesco ´Pancho´ Pardi (Idv), Giancarlo Ghirra (segretario generale dell´Ordine dei giornalisti), Claudio Giardullo (segretario del sindacato di polizia Silp-Cgil). ´´Camera e Senato stanno in un altro mondo, ad occuparsi di intercettazioni e processo lungo, invece dei problemi reali. E´ come se fossero alla Sirte chiusi con Gheddafi – ha detto Di Pietro -. Chiediamo, supplichiamo, il Capo dello Stato di mandare un messaggio alle Camere, per richiamarle alle proprie responsabilità´´. Natale ha commentato le dichiarazioni di Maurizio Paniz (Pdl), secondo cui per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni potrebbe esserci tra le sanzioni anche il carcere: ´´Le sue affermazioni sono allarmanti ma rientrano in questo complesso di norme che vogliono infrangere il diritto di sapere – ha detto -. Noi combatteremo contro l´approvazione di questo provvedimento in ogni modo, compresa una grande manifestazione nazionale. E anche se venisse approvato, abbiamo una raffica di iniziative che potremmo intraprendere, come il ricorso alla Corte europea dei Diritti dell´uomo, il ricorso alla Corte Costituzionale, l´obiezione di coscienza e anche il referendum´´. E Siddi ha aggiunto: ´´Sono sicurissimo che l´opinione pubblica, man mano che crescera´ questo movimento, emettera´ in breve tempo una sentenza da Corte suprema, inappellabile: questa legge, se sara´ approvata dal Parlamento, sara´ resa presto vana con ogni strumento´´. Per Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, ´´´l´aver cambiato oggi l´emendamento sui blog fa parte di una tecnica parlamentare che gia´ conosciamo di questo governo, attirare l´attenzione su una norma civetta su cui poi si cede per dimostrare disponibilita´, ma noi siamo ancora qui´´. Pardi dell´Idv ha lanciato una proposta: ´´Se l´energumeno di Palazzo Chigi riuscira´ a far passare questa legge innominabile, i giornalisti potrebbero dare le intercettazioni ai parlamentari che leggendole in aula le renderebbero di pubblico dominio. I parlamentari dell´opposizione dovrebbero prendere quest´impegno´´. Fra gli interventi, quello di Giulia Innocenzi, responsabile per l´Italia di Avaaz, una delle piu´ grandi organizzazioni di mobilitazione su Internet, con nel mondo 10 milioni di membri e 600 mila nel nostro Paese. ´´Porto qui simbolicamente le oltre 400 mila firme che stiamo continuando a raccogliere contro il ddl sul nostro sito´´. (ansa)

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