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Libertà di informazione: Mitrokhin, risarcito il giornalista Sandro Viola. La Cassazione, non era una spia

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Roma, 8 ott – L´uso disinvolto e scorretto delle notizie contenute nel dossier Mitrokhin, fatto da certi media al fine di gettare fango sulla reputazione di alcuni giornalisti – descritti come se fossero stati arruolati dal Kgb, l´ex servizio segreto sovietico – e´ condannato dalla Cassazione che ha riconosciuto il risarcimento danni a favore dell´editorialista di ´Repubblica´ Sandro Viola per la pubblicazione di due titoli diffamatori della sua reputazione di ´giornalista indipendent´. Con la sentenza 20608, infatti, la Suprema Corte sottolinea che i titoli in questione – comparsi su un inserto distribuito insieme al ´´Giorno´´, ´´Resto del Carlino´´ e ´´Nazione´´ – hanno riferito notizie “in maniera affrettata (prima di ogni minima verifica)” e “incompleta (omettendo di richiamare l´attenzione sul fatto che nella propria scheda il Viola era indicato quale soggetto solo ´´coltivato´´, vale a dire inconsapevole di essere oggetto di attenzione dei servizi segreti russi)”. Senza successo le testate, condannate a risarcire Viola con 25 mila euro, e a versarne altri 8mila a titolo di riparazione pecuniaria, hanno cercato di sostenere che i titoli ´´Nell´elenco delle spie del Kgb l´editorialista Sandro Viola´´ e ´´Le carte Mitrokhin. Quattro celebri firme contattate da Mosca´´ non erano denigratori. Bocciata, dunque, la linea difensiva delle testate ´´multate´´ secondo la quale “l´uso del sostantivo ´spie´ era coerente con il dato oggettivo della trasmissione del rapporto Mitrokhin dal controspionaggio inglese a quello italiano”. Con questa decisione la Cassazione ha confermato la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Milano nell´aprile del 2008. (ansa)

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