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Libertà di informazione: intercettazioni, mercoledì ddl in aula. Il Pdl teme la fiducia, "scajolani" in fibrillazione

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Roma, 10 ott – Il Pdl teme la fiducia sulla intercettazioni. A due giorni dall´approdo nell´ Aula della Camera non e´ stato ancora sciolto il nodo sull´ eventuale ricorso al voto di fiducia sul disegno di legge. Ma l´orientamento che sembra prendere corpo e´ quello di una rinuncia alla prova di forza. E´ lo stesso Fabrizio Cicchitto a dichiararlo: ´La questione e´ una cosa non ancora decisa, se e´ possibile la eviteremo. La eviteremo nel caso in cui si presenti la possibilita´ di una normale dialettica parlamentare sul tema´. Evitare la fiducia allenterebbe la tensione sul provvedimento da parte degli ´scajoliani´ e degli altri frondisti della maggioranza. In caso di muro contro muro non e´ escluso che il governo e chi lo appoggia correrebbe il serio rischio di uno sgretolamento se non di un fatale scivolone. Rischio che oggi e´ confermato dai dubbi di alcuni esponenti di Popolo e territorio (ex ´Responsabili). Come Luciano Sardelli, che dice che il voto del gruppo ´´non e´ affatto scontato´´, visto che in tanti sono ´´contrari al carcere per i giornalisti´´. E Maurizio Grassano, che annuncia che ´´se il ddl intercettazioni rimarra´ invariato´´, il suo voto non e´ da considerarsi ovvio. Rinunciando alla fiducia,la maggioranza potrebbe lanciare un segnale al Terzo polo, tentare di avvicinarsi ai centristi e, in particolare, cercare di ricomporre la frattura con la ex relatrice del ddl, Giulia Bongiorno. Argomento, quest´ultimo, che sta a cuore al repubblicano Francesco Nucara: ´´I repubblicani – spiega – pur avendo espresso piu´ volte la loro contrarieta´ alle intercettazioni, pensano che sia indispensabile trovare una mediazione con il presidente della commissione Giustizia, il cui intenso lavoro all´interno della stessa commissione aveva portato ad un risultato condiviso´´. In questo contesto, e´ quindi probabile che il Pdl faccia un passo indietro e si presenti in aula disposto a trattare con le minoranze ´ribelli´ e parte dell´opposizione. Fra l´altro, la maggioranza ha un altro motivo per abbassare la tensione: in settimana sara´ all´esame della commissione del Senato il ´processo breve´ che, se passasse in fretta, potrebbe ´liberare´ il premier dall´accusa di corruzione legata al ´caso Mills´. Rinunciare alla prova di forza alla Camera potrebbe rendere piu´ facile il lavoro del Senato. (ansa)

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