Firenze, 27 ott – Per la procura di Firenze e´ una ´scatola vuota´ la cooperativa Nuova Editoriale di Prato che controlla la Societa´ toscana di edizioni (Ste), che pubblica il Giornale della Toscana, venduto in abbinamento con Il Giornale, ed e´ frutto di un´operazione cartolare che l´ha costituita appositamente per poter accedere ai contributi per l´editoria. Ne sono convinti gli inquirenti che indagano per truffa ai danni dello Stato una ventina di persone, tra cui l´onorevole Denis Verdini, coordinatore del Pdl, fondatore nel 1998 del quotidiano fiorentino e ´dominus´ fino ad oggi di tutta l´operazione. Secondo i pm e´ dimostrabile che la cooperativa Nuova Editoriale di Prato, che controlla al 51% la Ste srl, non ha mai svolto attivita´ secondo l´oggetto sociale, e che i suoi soci vi hanno impiegato denaro fornito dal costruttore Roberto Bartolomei, amico di Verdini e socio di Riccardo Fusi, figure gia´ emerse nelle inchieste scaturite da quella sui Grandi Appalti. Le indagini e gli accertamenti sui documenti dimostrerebbero che la Nuova Editoriale ha operato solo con la Ste, emettendo comunque rarissime fatture, e senza realizzare iniziative. In compenso pero´, grazie alla copertura formale di questa coop sua controllante, la Ste ha ricevuto fondi statali per 10 mln e 892.000 euro dal 2005 ad oggi; 17 milioni in totale risalendo al 2001, anno di costituzione della coop Nuova Editoriale. Sempre per i pm, la distinzione tra cooperativa editoriale e cooperativa giornalistica, avanzata dalla difesa di Verdini a seguito dei sequestri e delle perquisizioni, non sarebbe rilevante perche´ ai sensi della truffa allo Stato, secondo quanto emerge, per la procura conta invece verificare se la Nuova Editoriale abbia svolto attivita´ oppure no: circostanza che secondo gli inquirenti non risulta. Tra l´altro, l´assenza di prestazione d´opera da parte dei nove soci (tutti indagati) negherebbe nei fatti la sussistenza di una cooperativa, al di la´ della costituzione formale. Mancando la prestazione d´opera da parte dei soci – tranne due eccezioni, che in un periodo precedente avevano percepito redditi dalla Ste – mancano anche gli scopi mutualistici per cui la cooperativa era stata costituita e che sono richiamati nello statuto. (ansa)