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Libertà di informazione: satira sull´Islam, bomba molotov distrugge sede settimanale francese Charlie Hebdo a Parigi

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Parigi, 2 nov – Una dura condanna e´ stata espressa dalla Francia e dall´Osce, l´organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, con sede a Vienna, nei confronti dell´attacco contro la sede parigina del settimanale satirico francese Charlie Hebdo. Oggi, il giornale e´ andato in edicola con un numero speciale dedicato alle elezioni in Tunisia e alla vittoria degli islamisti, con una caricatura di Maometto in prima pagina, che promette ´100 colpi di frusta se non morirete dal ridere!´. Secondo le autorita´ francesi, che non escludono la pista degli integralisti islamici, la redazione di Charlie Hebdo e´ andata completamente distrutta in un incendio nella notte esploso in seguito al lancio di una molotov. Il premier Francois Fillon ha espresso ´indignazione´ e ha chiesto che ´´sia fatta luce´´ su questo atto, condannato in modo unanime da tutta la classe politica. ´´La libertà d´espressione -ha aggiunto Fillon – e´ un valore inalienabile della nostra democrazia e qualsiasi minaccia alla libert… di stampa dev´essere condannata con la più grande fermezza´´. Parole a cui da Vienna ha fatto eco l´Osce, secondo cui la liberta´ di parola ´´costituisce la base di ogni societa´ aperta e democratica´´. Il giornale, che per l´occasione e´ stato ribattezzato ´Sharia Hebdo´, aveva deciso di nominare il Profeta Maometto “direttore”, allo scopo di “festeggiare la vittoria” del partito islamico Ennhadha in Tunisia e l´avvento della Sharia ´´come principale fonte legislativa in Libia´´. All´interno, anche la sezione ´´Sharia Madame´, con diverse vignette ironiche per denunciare l´uso del burqa. L´incendio, che è divampato intorno all´una del mattino, nei locali del settimanale, ‚ stato domato e non ha causato feriti. Il piano terra e il primo piano, dove si trova la redazione, sono andati in fumo. Il ministro dell´Interno, Claude Gueant, che si e´ recato sul posto, ha parlato di ´´attentato´´ e ha detto che la pista degli integralisti islamici ´´non puo´ essere sottovalutata´´. Il vignettista Charb, direttore della testata, ha fatto un nesso tra la molotov e il numero di questa settimana. Ha anche parlato di un attacco informatico, questa mattina, contro il sito internet del settimanale, proveniente ´´dall´estero´´, con una foto della Mecca accompagnata dalla scritta ´No god but Allah´ (nessun altro Dio eccetto Allah) che e´ improvvisamente comparsa sulla Home Page. Charlie Hebdo riceveva minacce da lunedi´, giorno in cui ha annunciato il numero speciale. Ne aveva gia´ ricevute nel 2006, quando riprese le caricature di Maometto pubblicate nella stampa danese, in particolare, sul quotidiano, Jyllands-Posten, scatenando violente proteste nei Paesi arabi. Oggi il Jyllands-Posten ha espresso solidarieta´ al giornale francese che dice di essere ´´contro gli integralismi religiosi, ma non contro i musulmani praticanti´´. E ancora: ´´Siamo per la primavera araba, contro l´inverno dei fanatici´´. Il ministro della Cultura, Frederic Mitterrand, ha sottolineato che ´´non c´e´ democrazia senza irriverenza, parodia o satira´´. Mentre il candidato socialista alle presidenziali del 2012, Francois Hollande, ha detto ´´che ogni oltraggio alla liberta´ di stampa e´ inaccettabile´´. Da parte sua, il presidente del Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm), Mohammed Moussaoui, “condanna fermamente” l´attacco. Ma critica il tono usato dal giornale rispetto all´Islam e al suo Profeta. (ansa)_______________________________________________________ Una molotov ha distrutto la sede di Charlie Hebdo, settimanale satirico francese che aveva annunciato per il 2 novembre l´uscita di uno «speciale» dedicato alla vittoria degli islamisti di Ennahda nelle elezioni in Tunisia: «Maometto direttore responsabile di Charia Hebdo» recitava il comunicato stampa che presentava l´iniziativa. Già nel 2007 il periodico aveva suscitato un vespaio di polemiche pubblicando le vignette danesi sul profeta che avevano fatto infuriare parte del mondo islamico. Già al suo annuncio si temeva il rischio di un nuovo incidente diplomatico col mondo musulmano. «Non abbiamo più un giornale , tutte le nostre attrezzature sono state distrutte», raccontano i giornalisti . Un testimone dice di aver visto che una molotov è stata lanciata attraverso una finestra dell´ufficio. E da lì è partito l´incendio. Non ci sono feriti. Violato, invece, il sito web di Charlie Hebdo: hacker hanno piazzato sull´home page un messaggio in inglese e turco. Su «Charia Hebdo», gioco di parola sulla sharia islamica la copertina mostra Maometto che dice: «100 frustate se non stanno morendo di risate». Nelle pagine interne un editoriale, attribuito al profeta, intitolato Halal Aperitif (aperitivo halal, ovvero analcolico) e diverse vignette tra cui una che mostra Maometto con il naso rosso da clown. Disubbidendo all´assoluto divieto islamico di raffigurare il profeta. Un portavoce della rivista ha detto che lo «speciale» era motivato dal timore che la sharia possa costituire la base della legislazione post-Gheddafi in Libia. La rivista ha negato di voler mettere in atto una provocazione: «Facciamo il nostro lavoro come sempre. Non vogliamo provocare», ha spiegato il portavoce del settimanale. Nel 2007 l´allora direttore di Charlie Ebdo, Philippe Val, fu assolto da un tribunale francese dall´accusa di razzismo per aver ripubblicato le famose dodici vignette danesi su Maometto. Le caricature erano state disegnate da Kurt Westergaard e avevano suscitato un´ondata di sdegno nel mondo islamico, con scontri che provocarono diversi morti. (corriere.it)__________________________________________________________________FRANCIA: CHARLIE HEBDO, 50 ANNI DI SATIRA PER I DIRITTI. Con humour caustico e spirito irriverente, il settimanale satirico francese Charlie Hebdo non ha mai rinunciato all´ironia in punta di penna (e di matita) e alla difesa dei diritti e delle liberta´ individuali. A partire dal 1960, quando ancora si chiamava Hara-Kiri e si autodefiniva un ´giornale stupido e cattivo´, e´ stato protagonista di innumerevoli battaglie e polemiche. Nel 1970, in occasione della morte di Charles De Gaulle, l´Hebdo scandalizzo´ la Francia con una copertina dal titolo “Bal tragique a Colombey, un mort”, ballo tragico a Colombey (la residenza del Generale), un morto. Un´iniziativa che il ministero dell´Interno censuro´ con il blocco delle pubblicazioni e l´interdizione dello staff, diretto da Francois Cavanna. Disegnatori e giornalisti non si diedero per vinti e aggirarono il divieto dando vita al Charlie Hebdo, riferimento al celebre Charlie Brown dei Peanuts. Vicino alla gauche ma pungente anche con gli esponenti di centrosinistra, l´Hebdo balzo´ di nuovo alle cronache nel 1992, con la pubblicazione di una tribuna dibattito intitolata ´Coraggio intellettuale´ e dedicata all´opera di Oriana Fallaci ´La rabbia e l´orgoglio´. Nell´articolo si parlava di una “crociata” dell´Islam verso l´Occidente: parole che suscitarono un coro di polemiche e l´accusa di contenuti razzisti. Ma e´ nel 2006 che l´Hebdo divenne noto al pubblico internazionale con la scelta di ripubblicare le dodici controverse vignette su Maometto del giornale danese Jyllands-Posten. Le vendite balzarono in un giorno dalle 140mila alle 400mila copie, facendo adirare il mondo islamico e spingendo il Consiglio francese del culto musulmano a chiedere il ritiro delle copie dalle edicole. Incriminato per razzismo, l´allora direttore Philippe Val fu assolto l´anno dopo da un tribunale francese. La battaglia contro i tabù dell´estremismo islamico e´ proseguita nel tempo, fino all´ultima provocazione: il numero speciale dedicato alla vittoria degli islamisti in Tunisia. In copertina spicca una sacrilega immagine di Maometto che promette “cento frustate se non morite dal ridere”. “Si´, l´Islam e´ compatibile con l´umorismo”, hanno scritto i redattori del settimanale´, disegnandovi accanto il Profeta islamico con un naso rosso da clown. Prima che l´edizione arrivasse nelle edicole, la sede della rivista e´ stata distrutta da un incendio provocato da un lancio di molotov. (agi)

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