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Etica & professione: J.K.Rowling, i giornalisti hanno invaso la mia vita

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Londra, 24 nov – ´´Non posso mettere un mantello dell´invisibilita´ sulla mia casa o su di me´´, ha detto J.K. Rowling, comparsa oggi come testimone dell´inchiesta Leveson sull´etica dei media, in corso all´Alta Corte di Londra. L´autrice di Harry Potter ha raccontato come un giornale avesse pubblicato la foto e parte dell´indirizzo di casa sua rendendola riconoscibile e mettendo lei e la sua famiglia a rischio dell´attenzione di ´´individui squilibrati´´ che volevano sapere dove viveva. ´´Sono stata occasionalmente presa di mira da individui squilibrati. Non voglio entrare nei dettagli. Piu´ volte la polizia e´ stata coinvolta a causa di incidenti e minacce. Credo che sia ragionevole da parte mia sperare che la stampa non renda cosi´ facilmente identificabile dove abito´´, ha detto la scrittrice, che ha spiegato di aver dovuto abbandonare la sua prima casa, acquistata nel 1997 con i proventi del primo libro, nel 1999, per via dei giornalisti perennemente accampati all´esterno. Rowling ha poi raccontato di aver inseguito un paparazzo fuori da casa sua una settimana dopo aver dato alla luce uno dei suoi figli e di aver trovato particolarmente difficile proteggere l´immagine della prima figlia. La scrittrice ha raccontato un episodio in cui al ritorno da scuola della figlia di cinque anni aveva trovato una lettera di un giornalista nello zainetto della bambina. ´´Ho sentito un tale senso di invasione, che persino lo zaino di mia figlia non fosse sicuro, che nemmeno la scuola della mia bambina di cinque anni fosse al sicuro dagli occhi dei giornalisti´´. L´autrice ha inoltre detto che ora, dopo aver portato in tribunale alcuni giornali, la stampa finalmente la lascia stare un po´ di piu´. ´´La mia opinione e´ che se uno si mostra preparato a farsi valere, allora la stampa ci sta piu´ attenta. Suppongo sia perche´ sanno che mi posso permettere avvocati costosi. E questa e´ una triste riflessione di come stanno le cose´´. (ansa)

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