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Libertà di informazione: Egitto, sindacato giornalisti denuncia aggressioni a colleghi stranieri considerati "spie"

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Il Cairo, 19 dic – In contrasto con le speranze di una maggiore liberta´ di informazione e della possibilita´ di operare piu´ liberamente dei giornalisti in Egitto, emerse durante i giorni della rivoluzione del 25 gennaio, anche le forze al potere in questo momento nel paese sembrano decise a mantenere un ferreo controllo sui media e a contenere l´attivita´ dei reporter. Almeno a giudicare dalle aggressioni e gli arresti di operatori dell´informazione e di blogger denunciate dal sindacato dei giornalisti egiziani. Gli stranieri vengono spesso sospettati di essere ´spie´ al servizio di potenze nemiche e i locali di diffondere notizie false a danno dei responsabili del paese. Uno dei casi piu´ dolenti e´ quello del fotografo del quotidiano indipendente Al Masry al Youm Ahmed Abdel Fattah, colpito ad un occhio, che ha perso, mentre scattava foto degli incidenti sulla via Mohamed Mahmoud, vicino a Piazza Tahrir. ´´Cinque altri colleghi con macchine fotografiche – racconta – sono stati feriti quel giorno´´. Ma sono anche denunciati numerosi casi di telecamere distrutte, o sequestrate, e giornalisti aggrediti da militari ed agenti della sicurezza nelle camere d´albergo dalle quali riprendevano gli scontri nella stessa piazza, com´e´ accaduto al produttore inglese della tv satellitare Al Jazira Adam Makary, e ad una troupe francese della tv Arte (poi aggredita una seconda volta mentre intervistava lo scrittore egiziano Alaa Al Aswani). Non e´ meno rilevante la vicenda del blogger Alaa Abdel Fattah, arrestato per aver criticato i militari negli scontri del 9 ottobre davanti alla tv, che provocarono la morte di 27 persone, quasi tutti cristiani copti che protestavano per il rispetto dei loro diritti. Il giovane e´ stato accusato di incitamento alla sedizione e resistenza contro la forza pubblica. Anche la regista cinematografica Cressida Trew ha dovuto sospendere le riprese di interventi dei militari contro manifestanti in piazza Tahrir, che stava facendo dal balcone della casa di un amico: ha avuto la telecamera sequestrata insieme con la scheda di memoria di riprese precedenti. In un comunicato il sindacato dei giornalisti ha denunciato l´arresto di un collega, pestato, spogliato e picchiato per cinque ore, oltre che derubato dei suoi soldi. ´´Indagheremo su questi episodi – ha detto oggi il generale Emad Emara, viceministro della difesa – ma e´ necessario che non siano diffuse notizie infondate e non controllate´´. (ansa)

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