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Libertà di informazione: Siria, firmato accordo al Cairo per consentire ingresso di osservatori arabi e giornalisti

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Beirut, 19 dic – Dopo un mese e mezzo di negoziati e un migliaio di civili uccisi in Siria e a due giorni dall´ennesimo ultimatum posto dalla Lega Araba al regime di Damasco, quest´ultimo ha detto si´ all´invio di osservatori arabi sul suo territorio dopo aver ascoltato i ´´consigli´´ dei suoi principali alleati, Russia e Iran, che sembrano cosi´ aver offerto altro tempo al rais Bashar al Assad. I Comitati di coordinamento locale degli attivisti denunciano la morte oggi di almeno 25 civili, di cui due adolescenti: sei tra Damasco e dintorni, altrettanti nella regione nord-occidentale di Idlib, cinque nella regione meridionale di Daraa, quattro a Homs, tre nella regione orientale di Dayr az Zor e uno a Hama. Secondo il protocollo firmato oggi al Cairo, entro giovedi´ prossimo arrivera´ a Damasco la prima squadra di osservatori arabi con il compito di preparare il terreno per la missione di circa 500 tra consiglieri militari e membri delle forze di sicurezza, rappresentanti di organizzazioni non governative, funzionari statali e giornalisti dei 22 stati arabi. Gli osservatori saranno incaricati di monitorare la situazione interna al Paese, scosso da dieci mesi di proteste anti-regime spesso soffocate nel sangue e, in alcune regioni, ormai trasformatesi in ribellione armata. ´´Siamo estremamente preoccupati del deteriorarsi della situazione in Siria´´, ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricordando che ´´l´Italia appoggia le iniziative della Lega Araba e incoraggia l´azione del Consiglio di sicurezza per far cessare le violenze contro la popolazione´´. Dal 2 novembre scorso, quando la Siria aveva ´´accettato senza riserve´´ il piano arabo, a ieri, giorno della firma del protocollo per la missione degli osservatori, sono passate sei settimane. Trascorse a negoziare ogni virgola del memorandum, che dal punto di vista siriano minava la sovranita´ nazionale. A tal proposito, il ministro degli esteri siriano Walid al Muallim ha detto che Damasco intende ´´lavorare con i Paesi arabi´´ ma ´´non intende obbedire a nessuno´´. Il testo dell´accordo concede liberta´ di movimento agli osservatori, mentre le modifiche chieste e – sembra – ora ottenute da Damasco si riferiscono alla necessita´ di ´´coordinare´´ i movimenti della missione interaraba sul territorio ´´per ragioni di sicurezza´´. Secondo indiscrezioni di stampa , le autorita´ siriane dovranno conoscere in anticipo i luoghi delle visite degli osservatori ´´per proteggerli dal fuoco delle bande di terroristi´´. Il memorandum del Cairo e´ pero´ solo uno dei punti del piano che prevede il ritiro delle truppe dell´esercito regolare e di ogni forza militare e paramilitare del regime dai centri abitati e il rilascio degli oltre 15.000 civili siriani arrestati – sempre secondo i Comitati di coordinamento – dal 15 marzo ad oggi. In tre diverse tornate, il regime siriano aveva liberato in novembre 2.845 prigionieri ´´che non si sono macchiati di crimini di sangue´´. Burhan Ghalioun, leader del Consiglio nazionale siriano (piattaforma delle opposizioni all´estero), ha commentato che ´´il regime tenta di prendere tempo per continuare a reprimere e a uccidere il suo popolo´´. Ghalioun e i vertici del Cns, riuniti da sabato a Tunisi, si sono detti ´´sorpresi dall´atteggiamento della Lega Araba´´, ricordando che l´organizzazione panaraba ´´ha concesso piu´ di un mese di tempo al regime siriano´´. I Comitati degli attivisti affermano che in questo mese e mezzo, durante il quale la Siria e´ stata per la prima volta nella storia sospesa dall´organizzazione ed e´ stata poi oggetto di sanzioni economico-commerciali, sono stati uccisi dalle forze lealiste 937 civili, tra cui 80 tra bambini e adolescenti, 29 donne e 59 morti sotto tortura. E in serata hanno denunciato l´uccisione a colpi di mitragliatrice di 60-70 disertori che tentavano di abbandonare le loro postazioni militari nelle localita´ di Kansafra e Kafr Awid. La Russia e l´Iran hanno dal canto loro svolto un ruolo cruciale per spingere le parti a raggiungere un accordo, almeno formale. Mosca, dopo aver presentato all´Onu una bozza di risoluzione in cui condanna ogni tipo di violenza da chiunque sia stata commessa, aveva convocato venerdi´ il vice presidente siriano Faruq al Sharaa, proprio mentre il governo iracheno, su pressioni di Teheran, aveva inviato ieri una delegazione a Damasco. ´´Ci hanno consigliato di firmare il protocollo, e abbiamo seguito il suggerimento´´, ha ammesso ieri il ministro Muallim in riferimento ai russi. In serata e´ giunta la reazione moderatamente soddisfatta di Teheran, che ha definito ´´accettabile´´ l´accordo siglato al Cairo, nel quale ´´sono stati presi in considerazione molti dei punti di vista dell´Iran´´. (ansa)

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