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Libertà di stampa: rapporto Rsf, nel 2011 uccisi 66 giornalisti. Più 16% rispetto al 2010

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Parigi, 22 dic – E´ un bilancio pesante per la liberta´ di stampa quello stilato nel 2011 da Reporter senza Frontiere: nell´anno delle rivoluzioni arabe e delle contestazioni popolari in diverse parti del mondo, 66 tra giornaliste e giornalisti, il 16% in piu´ rispetto al 2010, sono stati uccisi e piu´ di mille (1.044) sono stati arrestati (+95%). Come ogni anno l´organizzazione che si batte per i diritti delle giornaliste e dei giornalisti e per la liberta´ di stampa ha pubblicato oggi il suo rapporto annuale. E se le aeree del pianeta piu´ pericolose per i reporter restano piu´ o meno le stesse (il Pakistan e´ il Paese piu´ a rischio per il secondo anno consecutivo), tutti i dati sono in netto aumento rispetto al 2010. Quasi 2.000 cronisti sono stati feriti o minacciati (+43%), 71 sono stati rapiti (+39%). Circa 500 sono i media sottoposti ad una qualsiasi forma di censura. La censura riguarda 68 Paesi nel mondo. E´ in aumento anche il numero di blogger vittime di governi che li vogliono far tacere. Sono 199. Cinque cyber dissidendi sono stati uccisi nel corso dell´ultimo anno. Per RSF non c´e´ dubbio che questi dati agghiaccianti sono legati alla primavera araba e ai movimenti di contestazione sorti in diversi Paesi, dalla Grecia agli Stati Uniti, con Occupy Wall Street. Cosa che testimonia ´´i rischi corsi per esercitare questa professione in periodo di instabilita´ politica´´. Il Medio Oriente e´ diventato uno dei luoghi piu´ pericolosi: sono 20 i reporter assassinati in questa area del pianeta nel 2011, il doppio rispetto al 2010. Il pericolo e´ per strada: ´´i giornalisti sono stati coinvolti fisicamente perche´ gli eventi si sono svolti nelle vie´´, ha spiegato Gilles Loredet, responsabile della ricerca. E´ quanto si e´ ripetuto in Egitto, ha aggiunto, ´´perche´ il movimento avesse meno risonanza mediatica possibile´´. La Cina, l´Iran e l´Eritrea, precisa ancora RSF, restano invece le ´´piu´ grandi prigioni´´ del mondo per la stampa. Per la prima volta, l´organizzazione ha compilato la lista dei 10 luoghi al mondo piu´ pericolosi per i giornalisti. C´e´ tanto Medio Oriente, dunque: dalla piazza Tahrir al Cairo (Egitto) alla piazza del Cambiamento a Sanaa in Yemen, da Misurata in Libia, alle citta´ di Deraa, Homs e Damasco in Siria. Nella lista figurano anche: Abidjan (Costa d´Avorio), Manama (Bahrein), lo Stato di Veracruz in Messico, il distretto di Khuzdar in Pakistan, le zone metropolitane di Manil, Cebu e Cegayan nelle Filippine, Mogadiscio (Somalia). (ansa)

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