Roma, 29 dic – I finanziamenti pubblici all’editoria non saranno tagliati, ma ´ridotti´ e ´selezionati´. Lo ha confermato il presidente del Consiglio Mario Monti che oggi ha parlato alla stampa in occasione della conferenza di fino anno. L’intervento del premier è stato introdotto dal presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, che ha ricordato al capo del governo quanto i contributi diretti all’editoria siano importanti per il pluralismo dell’informazione, e che quella dei giornalisti è ormai ben lungi dall’essere una casta.______________ La tessera dei giornalisti in regalo___________ Dopo avere ricordato, inoltre, che nella cassa previdenziale dei giornalisti, l’Inpgi, “non c´è neanche un centesimo dei fondi dello Stato”, Iacopino ha donato al presidente del Consiglio la tessera dell’ordine, tessera che è stata accettata di buon grado da Monti, il quale ha poi detto: “Non mi sfugge il fondamentale ruolo della stampa indipendente”. _________Le 30 testate a rischio______________ Il tema dei giornali e dei contributi all’editoria non è stato però chiuso qui. Poco dopo è intervenuto nel corso della conferenza stampa un giornalista del Manifesto, che ha fatto presente al premier che l’eliminazione dei fondi per l’editoria, avvenuta già per il 2012, provocherà entro i prossimi mesi la chiusura di 30 testate, che a fine anno potrebbero diventare 100. È a questo punto che è arrivata la risposta, questa volta più precisa, del presidente del Consiglio.___________”Bisognerà scegliere”____________ “Sulla questione dei contributi statali alla stampa mi limito a dire che la cosa difficile – ma necessaria – è scegliere”. “I contributi saranno mantenuti”, ha chiarito Monti, “Ma il governo sta lavorando per trovare criteri obiettivi per scegliere e selezionare coloro che sembreranno più idonei e meritevoli a ricevere i finanziamenti che, ricordiamolo, arrivano dalla generalità dei cittadini”._______ Conterà il numero di assunti e le copie vendute____________ Il premier ha anticipato che saranno tenuti in considerazione criteri quantitativi come l’effettivo numero di giornalisti assunti da ciascuna testata e la diffusione reale dei giornali. “I giornalisti sanno meglio di me quanto sia difficile in questo settore cogliere dati effettivi, ma”, ha chiarito, “è impensabile eliminare completamente i contributi, che sono il lievito dell’informazione pluralistica”. “Sarebbe però altrettanto superficiale”, ha concluso, “chiudere la questione lasciando le cose immutate, per di più in un momento in cui ogni euro speso deve essere sottoposto a verifica”. (ilsalvagente.it)