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Libertà di informazione: Ipi, 103 giornalisti uccisi nel 2011. Messico paese più pericoloso

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Vienna, 5 gen – Sono stati 103 le persone uccise tra le giornaliste e i giornalisti lo scorso anno in tutto il mondo mentre svolgevano il loro lavoro. Lo afferma l´International Press Institute, aggiungendo che il Messico e´ il paese piu´ pericoloso per chi lavora nei media. Il bilancio 2011 delle vittime e´ il secondo piu´ sanguinoso dopo quello del 2009, quando furono 110 i giornalisti uccisi. ´´La situazione sta peggiorando´´, afferma l´Ipi, notando che nel 2001 il bilancio e´ stato di 55 morti. ´´Nel 2002, 19 paesi erano sulla lista nera stilata dall´Ipi mentre lo scorso anno sono saliti a 40´´. Con 10 giornalisti uccisi il Messico e´ il paese piu´ pericolo per i cronisti, segue l´Iraq (soprattutto a causa degli attentati), poi l´Honduras, Pakistan e Yemen, ognuno con 6 morti, infine Libia e Brasile con cinque. Nel Nordafrica e Medio Oriente i giornalisti sono stati uccisi principalmente durante le rivolte della cosiddetta ´´primavera araba´´. Nel´Africa sub-sahariana, in Russia e in Pakistan, i reporrter sono state vittime di omicidi mirati, prosegue l´Ipi. ´´Quasi tutti tra le giornaliste e i giornalisti uccisi nelo 2011 erano reporter locali e cameraman che coprivano conflitti locali, casi di corruzione e altre attivita´ illegali´´, prosegue l´Ipi, secondo la quale ´´la probabilita´ che gli assassini vengano portati di fronte alla giustizia e´ prossima allo zero´´. L´Ipi nota infine una ´´tendenza all´aumento della violenza contro i giornalisti anche nell´emisfero occidentale´´. (asca/afp)

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