Parigi, 9 gen – Non si placa in Francia il cosiddetto ´Carla-gate´, lo scandalo sui presunti fondi illeciti versati dal Fondo mondiale contro l´Aids, la tubercolosi e la malaria, di cui la premiere dame Carla Bruni e´ ambasciatrice dal 2008, a favore delle sue attivita´ culturali e umanitarie. A rilanciare le accuse e´ ancora il giornalista Frederic Martel, autore dell´inchiesta-shock sul caso pubblicata sabato dal settimanale Marianne, il quale minaccia ora di pubblicare nuove rivelazioni ´´se fosse necessario´´.L´Eliseo, secondo Martel, sta tentando di ´´spegnere´´ l´affare facendo passare il messaggio che il Fondo mondiale ´´non ha versato un centesimo alla Fondazione Carla Bruni-Sarkozy´´. La stessa Bruni lo ha ripetuto in un messaggio sul suo sito web che ´´L´insinuazione secondo cui dei fondi sarebbero stati ottenuti da partner pubblici e´ completamente infondata´´. E oggi anche il direttore del Fondo mondiale, l´immunologo francese Michel Kazatchkine, ha ribadito il concetto in un´intervista al quotidiano Liberation. Ma il problema, sostiene il giornalista – autore del libro ´J´aime pas le sarkozysme culturel´ – non e´ la Fondazione Carla Bruni-Sarkozy: ad aver ricevuto finanziamenti pubblici, per conto di Carla, sarebbero alcune societa´ attive nel settore umanitario appartenenti a Julien Civange, amico e stretto collaboratore della premiere dame, suo testimone alle nozze con Sarkozy e che dispone di un ufficio all´Eliseo.
In particolare, continua Martel, il Fondo mondiale avrebbe versato 2,8 milioni di dollari ´´ai margini di ogni legalita´´ e su ´´richiesta della premiere dame´´ alle societa´ gestite da Civange. Il trasferimento di denaro sarebbe stato condotto da Kazatchkine senza una regolare gara d´appalto. Martel chiede quindi, tra le altre cose, che venga chiarito se e´ vero che il Fondo mondiale ha finanziato alcune societa´ gestite da Civange e in quel caso in che misura. Se e´ vero che Carla Bruni avrebbe chiesto al Fondo mondiale di pagare le fatture presentate da Civange per conto suo in merito alla sua missione di ambasciatrice del Fondo mondiale. E come si spiega che il Fondo mondiale e la Premiere dame abbiano fatto una campagna per Born Hiv Free che appartiene a una societa´ di Civange. Il giornalista dice di avere la risposta alla maggioranza di queste domande grazie anche a una lunga intervista telefonica ´´confidenziale´´ realizzata con Kazatchkine martedi´ scorso che avrebbe dovuto essere ´off the records, ma che il giornalista rendera´ pubblica se ´´necessario´´. (ansa)