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Politica & media: Malinconico si dimette da sottosegretario all´Editoria, Monti chiude il caso

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Roma, 10 gen – Questo governo basa tutta la sua azione sulla credibilita´ e dopo aver chiesto tanti sacrifici agli italiani non puo´ permettersi alcuna ombra. Chi ha avuto modo di parlare con Mario Monti dell´affaire Malinconico riassume cosi´ la posizione del presidente del Consiglio sulla vicenda che ha portato alle dimissioni del sottosegretario all´Editoria. Quando Malinconico varca la porta dell´ufficio del capo del governo, giura chi gli e´ vicino, e´ gia´ ´´pronto´´ a dare le dimissioni: non posso stare ancora sulla graticola dei media, avrebbe ragionato in mattinata con i piu´ stretti collaboratori, rifiutando l´invito a resistere ancora per chiarire la vicenda. Le stesse fonti ci tengono a sottolineare che l´incontro con Monti era stato chiesto la settimana scorsa e sarebbe avvenuto prima se l´agenda del premier lo avesse consentito. Circostanza confermata in ambienti di governo, che ricordano come Monti sia rientrato solo ieri sera da Milano. Davanti al presidente del Consiglio Malinconico ripropone la sua versione dei fatti: ribadisce di non aver “mai fatto favori” e di aver appreso “solo ora´´ che l´imprenditore Piscicelli ´´avrebbe pagato di propria iniziativa e per ragioni del tutto ignote´´ alcuni dei suoi soggiorni in un lussuoso albergo dell´Argentario. Lo stesso sottosegretario sa che la spiegazione, a prescindere dalla sua fondatezza, non plachera´ le polemiche che gia´ infuriano nel Palazzo e sui media. Dello stesso avviso anche il premier che – raccontano – fosse ´´fortemente orientato´´ a chiedere il passo indietro qualora il sottosegretario avesse avuto delle remore. Perche´, spiega chi ha parlato con Monti, pur senza entrare nel merito, la vicenda andava risolta al piu´ presto per mettere l´Esecutivo al riparo da qualsiasi strumentalizzazione. Ma, almeno stando al comunicato diffuso al termine dell´incontro, non vi sarebbe stato bisogno di chiedere esplicitamente il passo indietro visto che Malinconico, forse capendo la determinazione dell´interlocutore, ha ´´rassegnato le dimissioni´´. Comunicato soppesato in ogni parola dallo staff del premier. Vi si legge che Malinconico, pur confermando la ´´correttezza della propria condotta´´ si e´ dimesso ´´per poter meglio difendere la propria immagine e onorabilità´´, nonché‚ per ´´salvaguardare la credibilità e l´efficacia dell´azione del Governo´´. Passaggio, quest´ultimo, molto importante per Monti che ha fatto della credibilita´ la propria bandiera sia in Italia che all´estero. Considerazioni che, si racconta in ambienti di governo, lo stesso premier avrebbe ripetuto al suo interlocutore. Con il consueto garbo anche perche´ – sottolinea chi ha parlato con lui – prescindono da qualsiasi giudizio sul merito della vicenda e sono imposte solo dalla necessita´ che i membri dell´Esecutivo siano al di sopra di ogni sospetto. Un garbo confermato dalla chiusa del comunicato in cui si sottolinea ´´apprezzamento´´ per il ´´senso di responsabilità dimostrato´´ da Malinconico. A palazzo Chigi si e´ convinti che con le dimissioni la vicenda (osservata con attenzione dal Quirinale) sia definitivamente chiusa: e con essa qualsiasi strascico polemico. Ma non e´ detto che sia cosi´. I riflettori dei media e di alcuni esponenti politici sono gia´ puntati su Filippo Patroni Griffi, il ministro della Pubblica amministrazione, finito nel mirino di alcuni quotidiani per l´acquisto di una casa riscattata dall´Inps a prezzi estremamente vantaggiosi. Un caso, pero´, giudicato da fonti vicine al premier ´´completamente diverso´´ da quello di Malinconico. Negli stessi ambienti, infatti, si rimarca che di ´affari´ nelle compravendite di appartamenti da parte di enti pubblici se ne sono visti tanti. Ecco perche´ il caso non e´ paragonabile e non desta – almeno per il momento – preoccupazione. Intanto e´ gia´ partito il toto nomine per la successione a Malinconico. Anche se, almeno stando ai rumors di palazzo, e´ possibile una soluzione interna visto che fra i candidati vi sarebbe anche Paolo Peluffo, gia´ sottosegretario all´Informazione e alla Comunicazione. (ansa)

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