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Rai: dg Lei conferma Maccari al Tg1, è scontro. Martedì il pacchetto nomine in cda

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Roma, 28 gen – Martedi´ la dg Lorenza Lei portera´ in cda un pacchetto di nomine che prevede la riconferma fino a dicembre di Alberto Maccari al Tg1 e Alessandro Casarin alla guida del Tgr. E sulla Rai esplode la polemica politica, con uno scontro che promette di avere il primo pesante round gia´ lunedi´, quando la direttora generale sara´ in commissione di Vigilanza Rai per il seguito della sua audizione. Sono in molti, tra le fila dell´ex opposizione a chiedere la testa di Lorenza Lei accusata di trascinare l´azienda di servizio pubblico verso una crisi epocale. Mentre il leader del pd Pierluigi Bersani chiama in causa il governo, perche´ si metta mano ´´urgentemente anche su iniziativa dell´esecutivo, ad una riforma della governance della Rai´´. Subito contestato dal capogruppo in Senato del Pdl Maurizio Gasparri che parla di ´´indegna aggressione al cda´´.

Anticipate dalle indiscrezioni dei giorni scorsi, le proposte di nomina della dg Lei sono da oggi sul tavolo dei consiglieri. Proposte che avevano gia´ nei giorni scorsi provocato polemiche perche´ considerate frutto di un presunto accordo fra Pdl e Lega, e che oggi riaccendono il dibattito. Da Pd, Idv, Prc – che puntano il dito anche sul consigliere Antonio Verro accusato di conflitto di interessi per la sua recentissima nomina a deputato – e´ bocciatura senz´appello. ´´Se la dg Rai Lorenza Lei intende davvero riconfermare Maccari come direttore del Tg1 e Casarin alla direzione della testata Tgr, dovremmo semplicemente prendere atto del fatto che l´affidabilita´ del gruppo dirigente della Rai e´ vicina allo zero´´, commenta il senatore pd Vincenzo Vita, componente della Vigilanza Rai. ´´Spero che i consiglieri capiscano la gravita´ e boccino le proposte della dg Lei – gli fa eco l´ex consigliere di cda Carlo Rognoni, sempre pd, che in caso contrario si augura le dimissioni di presidente e consiglieri di minoranza. Il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti chiede l´intervento del governo con una ´´norma straordinaria sulla Rai che spezzi radicalmente ogni interferenza indebita ed ogni cordone ombelicale , di qualsiasi natura´´. Per l´Udc parla Roberto Rao, capogruppo in Commissione di Vigilanza: ´´Il tentativo di conservare inutili rendite di posizione con decisioni unilaterali e l´incapacita´ di agire in sintonia con il resto del Paese che cerca soluzioni unitarie avranno effetto soltanto sugli artefici di questa operazione, che consegnano se stessi a uno schema superato e sconfitto´´. Tirato per la giacchetta dall´Idv, che gli chiede espressamente di votare no e minaccia una class action ´´contro le illegittimita´ che si stanno consumando´´, il presidente Garimberti tace.

´´Dopo il voto diro´ liberamente e sinceramente cio´ che penso´´, avrebbe confidato ai suoi. Il suo voto contrario, martedi´, appare comunque scontato. Piu´ volte chiamato in causa da Pd e Idv, il consigliere Antonio Verro si limita a confermare la sua presenza in cda martedi´. Parla invece Nino Rizzo Nervo, consigliere di area Pd, che lancia un appello al consiglio ´´perche´ dia un forte segnale di indipendenza rimandando al mittente quelle proposte e chiedendo alla direttora generale di dimettersi´´. Dalla ex maggioranza le reazioni sono compatte: ´´Basta con queste continue intromissioni, si lasci la Rai decidere secondo logiche di mercato e in piena autonomia aziendale´´, si infuria il capogruppo Pdl in Vigilanza Alessio Butti. Per l´ex ministro delle comunicazioni Paolo Romani, dietro le polemiche, ´´trapelano inaccettabili logiche politiche´´. Dal fronte dei giornalisti l´Usigrai osserva che la scelta ´´che sarebbe stata fatta per il Tg1 puo´ essere accettata in una logica di bimestre bianco degli attuali vertici aziendali, ricordando che l´intero Cda e´ ormai prossimo alla scadenza (il 28 marzo). E avverte: ´´Non rilanciare subito il Tg1 e´ un errore´´. (ansa)

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