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Cronaca: maxitruffa da 30 milioni per i fondi all´editoria, Ciarrapico e il figlio rinviati a giudizio

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Roma, 30 gen – Avrebbe creato due cooperative editoriali per ricevere indebitamente contributi della presidenza del Consiglio dei ministri, realizzando una truffa da oltre 30 milioni di euro con un danno ipotetico all´erario che si avvicina ai 45 milioni di euro. Con questa accusa il gup del Tribunale di Roma ha rinviato a giudizio il senatore del Pdl ed editore, Giuseppe Ciarrapico, suo figlio Tullio e altre dieci persone. Prima udienza del processo e´ stata fissata per il 28 giugno prossimo davanti al giudice monocratico. Nei confronti degli imputati vengono contestati i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato, favoreggiamento, violazione della disciplina della responsabilità amministrativa delle società, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Il giudice ha, inoltre, dichiarato di non doversi procedere per intervenuta prescrizione in relazione ai fatti in contestazione avvenuti tra il 2002 e il 2003, nei confronti della società Nuova Editoriale Oggi (reato prescritto) e della Editoriale Ciociaria Oggi srl (società fallita). Secondo l´accusa, il senatore avrebbe costituito due cooperative editoriali, di cui erano amministratori due ultra ottantenni, in veste di prestanome. In realtà, secondo l´accusa, le società erano a lui riconducibili. I fondi furono ottenuti “attraverso artifizi e raggiri, consistiti – si legge nel capo di imputazione – nel presentare una falsa situazione di fatto e contabile delle predette società, in particolare fornendo false dichiarazioni relative all´insussistenza delle condizioni di incompatibilità´´, ossia che “non fruiscano delle medesime provvidenze imprese collegate con l´impresa richiedente, o controllate da essa, o che la controllano, o che siano controllate dalle stesse imprese, o dagli stessi soggetti che la controllano; nonché attestando falsamente che la maggioranza del relativo capitale sociale era posseduta da società cooperativa, quest´ultima risultata, di fatto, svuotata di un seppur minimale potere decisionale´´. In sostanza l´editore e senatore del Pdl avrebbe fatto ricorso ai benefici della legge 250/90 con due societa´ diverse mentre in realta´ esse sarebbero, di fatto, un´ unica impresa. Tutto cio´ ha consentito, eludendo le norme, di incassare il doppio di quanto spettasse. Ciarrapico avrebbe anche operato assieme a propri congiunti sui conti correnti nei quali erano stati versati i contributi per l´editoria. Nel maggio 2010 furono sequestrati dalle Fiamme Gialle immobili e beni per un valore complessivo di venti milioni di euro. (ansa)

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