Sofia, 14 feb – Terrà banco ancora per molto tempo la delicata questione dell´Acta, l´accordo internazionale sulla contraffazione che propone un ripensamento della proprietà intellettuale a livello globale. Dopo Polonia e Repubblica Ceca, adesso è la Germania a rinviare la data della ratifica in parlamento, per avviare un dialogo con la società, il mondo online e offline che sta protestando contro il trattato ritenuto liberticida. Dopo circa 5 anni di trattative, l´accordo è stato firmato lo scorso 26 gennaio a Tokio da circa 40 stati tra cui Stati Uniti, Giappone, Australia, Canada e 22 dei 27 stati membri dell’Ue. Ma per l´Europa il passo decisivo è la ratifica dei singoli stati, che già registra i primi intoppi, e quella del Parlamento Europeo, prevista per giugno prossimo. Obiettivo dell´Anti-Counterfeiting Trade Agreement (Acta) è uniformare le normative nazionali sulla proprietà intellettuale in modo da aver armi più efficaci per lottare la pirateria e la contraffazione, soprattutto su Internet. Ancora poco chiare le conseguenze pratiche, in quanto ogni stato deve in seguito individuare i propri strumenti normativi, ma è certo che si registrerà un aumento delle responsabilità legali per i provider, e quindi il rischio di azioni di controllo sui contenuti pubblicati online.
Rischio controllo uguale rischio censura, e fioccano i movimenti di protesta. Oggi è stata annunciata la giornata mondiale contro il trattato, ma già nei giorni scorsi sono andate in scena manifestazioni in tutta Europa: 2000 persone in Romania, 1500 in Cecoslovacchia, 1000 a Parigi, 500 a Varsavia, 600 a Vilnius, 200 a Londra. Previsti sit-in anche in Italia, Francia, Bulgaria e Ungheria. Una mobilitazione che coinvolge anche gli hacker del Partito Pirata tedesco e di Anonymous. Alcuni siti d´informazione rimarranno per protesta, mentre verrà promossa una petizione per fermare l´iter di ratificazione di Acta. (pubblicitaitalia.it)
La Bulgaria sospenderà la ratifica dell’accordo internazionale contro la contraffazione su Internet (Acta). Lo ha annunciato oggi a Sofia il ministro dell’economia e dell’energia,Traycho Traykov. L’accordo è stato firmato il 26 gennaio scorso da 22 dei 27 paesi Ue, compresa la Bulgaria. Sono seguite proteste di massa nel paese balcanico sfociate sabato in una manifestazione di oltre 5.000 persone che accusavano le autorità di aver firmato il documento senza consultazioni con l’opinione pubblica. Secondo i manifestanti l’Acta sarebbe “una forma di censura su Internet” e una “palese violazione dei diritti dell’uomo”. “Non ci sarà la ratifica da parte del parlamento bulgaro prima della formulazione di una posizione comune delle istituzioni Ue”, ha detto Traykov. “Non si può con delle sanzioni, ma solo con i metodi del libero mercato, tutelare industrie che non sono riuscite ad adattarsi all’era digitale”, ha aggiunto. (ansa).