Roma, 15 feb – Giusti i gridi di allarme per il degrado della lingua italiana, tanto che ´battersi in difesa della lingua è più importante che battersi per la abolizione o la difesa dell´articolo 18´, e ´nel caso dell´italiano assistiamo a un fenomeno singolare´, ovvero “la nostra lingua si imbruttisce non per via della sua progressiva poverta´, ma del tentativo di ostentare una ricchezza metaforica inesistente”, soprattutto da parte di politici e giornalisti. Lo sostiene lo scrittore e critico letterario Pietro Citati in un elzeviro sul Corriere della Sera. “Un uomo politico o un giornalista televisivo non dicono piu´ – esemplifica Citati – che bisogna togliere la fiducia in Parlamento a Berlusconi o a Monti, ma che si deve ´togliere la spina´ a Berlusconi o a Monti. E´ una metafora sinistra, perche´ allude al distacco del respiratore che tiene in vita un moribondo: episodio di cui molto si e´ parlato al tempo del caso Englaro”. “Meno sinistra, ma non meno ridicola e´ l´espressione Berlusconi o Bersani devono ´fare un passo indietro´, che esprime con un´immagine una semplice riserva politica. Nei due casi -aggiunge Citati- assistiamo al tentativo grottesco di dare fantasia , inventivita´ ed espressivita´ a una lingua impoverita e cadaverica. Il gergo politico e´ pieno di queste metafore oziose che rendono incomprensibile a uno straniero l´ascolto della nostra televisione o la lettura dei nostri quotidiani”. (adnkronos)