Roma, 20 feb – E´ con un appello accorato e dal volto umano su un piccolo blog di precari, Erroridistampa, che e´ partito oggi l´ennesimo caso che ha travolto Viale Mazzini e la sua direttrice generale Lorenza Lei, nel giorno in cui su twitter impazzava #Raimerda contro un´altra clausola, questa volta sul canone. La pagina web delle giornaliste e dei giornalisti precari romani chiedeva con grande civilta´ a Lei di eliminare ´´i contratti-truffa di consulenza, ma anche di cancellare da tutti i contratti Rai l´insopportabile ´clausola gravidanza´. Sarebbe un gesto di civilta´ concreto e tangibile di una direttrice-donna nei confronti delle tante lavoratrici gia´ sufficientemente umiliate da un´azienda che le paga a gettone´´. Allegata, la copia di un contratto che all´art. 10 renderebbe possibile la rescissione dello stesso in caso di gravidanza ma anche di malattia.
Il blog non e´ passato inosservato e subito la denuncia e´ passata dal web alla politica, fino a chiamare alla replica la dg Lorenza Lei in serata: ´´Ho dato agli uffici competenti l´incarico di valutare interventi sulla clausola, anche se tengo a sottolineare che in Rai non c´e´ mai stata alcuna discriminazione o rivendicazione in merito, ne´ certamente sono mai emersi, fin qui, dubbi di legittimità´´. Ha detto la sua con decisione anche Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil che ha bocciato il contratto come ´´assolutamente illegittimo´´. Per Camusso ´´e´ del tutto evidente che norme di questo tipo sono non solo in contrasto con la legislazione vigente, ma non riservano il rispetto dovuto alle lavoratrici e ai lavoratori. Tutto cio´, inoltre, conferma come la Rai, insieme purtroppo a tante altre imprese italiane, faccia abuso di contratti atipici e di finti lavoratori autonomi´´. Per questo rivendica la necessita´ che la Rai ´´metta immediatamente fine a questa pratica´´. Alza la voce anche il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni. ´´La maternita´ e´ un diritto tutelato dalla Costituzione italiana – dice – e non si tocca. L´unica clausola che dovrebbe essere inserita nel contratto dei dipendenti Rai e´ un tetto ai compensi milionari di alcuni conduttori televisivi che usano la tv di stato a proprio piacimento´´.
Per Silvana Mura deputata di Idv si tratta di ´´una clausola a dir poco scioccante che di fatto colpisce e nega il diritto alla maternita´´´, e ha chiesto l´intervento della ministra Fornero. Per Flavia Perina (Fli), ´´la cosa e´ particolarmente grave perche´ queste consulenti ´esterne´ non sono in realta´ quasi mai lavoratrici autonome, ma dipendenti a tutti gli effetti, contrattualizzate in forma impropria, cioe´ a partita Iva´´. Dal Pd Vincenzo Vita annuncia che ´´ne chiederemo conto anche negli organi di vigilanza competenti´´. Nichi Vendola da parte sua dice: ´´Cancellino quelle anacronistiche ed offensive norme capestro per le giovani collaboratrici del servizio pubblico radiotelevisivo´´.
La Rai da parte sua, invece, confermava in una nota di essersi sempre scrupolosamente attenuta al rispetto delle norme a tutela della maternita´. ´´Non esiste quindi alcuna clausola – replicava Viale Mazzini – che possa consentire la risoluzione anticipata dei rapporti lavorativi del personale con contratto, anche a termine, di natura subordinata´´. ´´Quanto ai contratti di lavoro autonomo – ai quali come noto non si applica lo Statuto dei Lavoratori ne´ le relative tutele – la Rai aveva precisato di non essersi mai sognata di interrompere unilateralmente contratti di collaborazione a causa di maternita´, a meno che questo non sia stato richiesto dalle collaboratrici interessate per ragioni attinenti allo stato di salute o alla loro sfera personale´´. Ma poi Lorenza Lei, alla fine, promette ulteriori valutazioni rispondendo cosi´ all´appello dal volto umano che aveva mosso tutto, da un blog.(ansa)