Cerca
Close this search box.

Tv: asta frequenze, appello a Passera di Pd, Idv e Udc. "Rispetti la scadenza"

Condividi questo articolo:

Roma, 13 mar – ´´Il ministro Passera rispetti la scadenza e dica entro il 20 aprile se e´ pronto a lanciare l´asta competitiva per le frequenze tv del passaggio al digitale´´. A lanciare l´appello, a un mese dalla fine della ´pausa di riflessione´ indetta alla sospensione del beauty contest da parte del governo Monti, e´ il Partito Democratico e il suo dipartimento Informazione, sostenuto anche da Idv, Udc e Art. 21, oltre che dalle tv locali e dalle 250 emittenti a rischio chiusura. ´´Il passaggio 1 a 1 e´ gia´ avvenuto gratis, sia per Mediaset che per la Rai – sottolinea il senatore Vincenzo Vita (Pd) -. Qui parliamo dei sei multiplex aggiuntivi richiesti dall´Europa. Al ministro chiediamo che vadano ad asta competitiva, come gia´ avvenuto per la telefonia, e che il 30% delle frequenze sia assegnato alle tv comunitarie. Non vogliamo pensare – conclude – che le questioni delle frequenze e della Rai siano sottratte al dibattito perche´ ritenute tabu´. Cosi´ come spero siano solo voci quelle di una mediazione con asta competitiva al ribasso. Sarebbe terribile´´.

´´Se Passera non risponde, vuol dire che questo e´ il tallone del controllo difficile da smuovere´´, commenta Pancho Pardi (Idv), convinto sia tempo di ´´mettere in campo anche iniziative pubbliche dei cittadini´´, forte delle 140 mila firme raccolte dall´organizzazione Avaaz ´´perche´ Passera annulli il regalo fatto a Mediaset – riporta Giulia Innocenzi – e dei 50 mila cittadini che si sono detti pronti a partecipare all´asta purche´ non vada deserta´´. Giuseppe Giulietti (Articolo 21) esorta Monti a nominare ´´un comitato che segua tutta la questione delle frequenze, segnalando a Italia ed Europa eventuali irregolarita´, e anche un presidente dell´Autorita´ che non sia garante degli equilibri esistenti´´. Violazioni della legge, ´´regali a Berlusconi´´, soppressione della pluralita´ dell´informazione ´´piu´ che con la legge bavaglio´´ sono le accuse che arrivano dalle emittenti locali.

´´Con 50 canali – dice Bruno De Vita, presidente di Tele Ambiente – Mediaset ha il controllo di mercato e informazione, con un peggioramento dei programmi che sta influenzando anche la Rai´´. ´´Non e´ riuscita a farci chiudere la mafia, ora ci pensa lo Stato – incalza duro Pino Maniaci direttore di Telejato -. Si e´ detto che Monti sia in qualche modo condizionato da Berlusconi, perche´ se tocca le tv lo mandano a casa. Ma il centrosinistra e´ pronto a mandare a casa Monti se non fa questa legge?´´. Non crede a un ricatto, ma piuttosto a un ´´discorso di politica´´ Roberto Rao (Udc), che ammette: ´´Il coraggio di mandare a casa Monti non lo abbiamo, ma non possiamo neanche permetterci di considerare questi temi un tabu´. Porremo in primo piano la questione delle frequenze e della Rai. Esistono sensibilita´ anche nel Pdl, ma li´ c´e´ il ´richiamo della foresta´ su argomenti che non si toccano´´. (ansa)

Il network