Roma, 15 mar – Potrebbe chiudersi domani, dopo dieci anni di attivita´, la storia de Il Riformista: l´assemblea dei soci della cooperativa che edita la testata, votera´ la liquidazione. I debiti ammonterebbero a 800 mila euro e a rischio ci sono i posti di 15 giornalisti, tra assunti a tempo indeterminato e precari, e una decina di poligrafici. Nonostante l´incremento del fondo per l´editoria, secondo il direttore Emanuele Macaluso le condizioni per andare avanti non ci sono. In un editoriale che sara´ pubblicato domani, Macaluso punta il dito contro ´´la riduzione del contributo pubblico (di cui usufruiscono giornali che sono fogli clandestini legati a notabili o faccendieri)´´ e ´´la pubblicita´ che ci era stata promessa non e´ arrivata, perche´ con i vecchi editori che ci hanno ceduto la testata c´e´ un contenzioso su cui decideranno i giudici´´. ´´Nel contratto – prosegue il direttore – abbiamo scritto che il nostro tentativo di salvataggio (di questo si trattava) doveva essere verificato dopo un anno per capire se potevamo o no andare avanti. Ad oggi le condizioni, per i motivi che ho riassunto, non ci sono´´. Invita, invece, ad esperire tutte le strade possibili il cdr della testata che ha convocato una conferenza stampa all´Associazione Stampa Romana, alla quale erano presenti parlamentari di diversi schieramenti. ´´Solo tre mesi fa abbiamo firmato contratti di solidarieta´ di un anno – afferma Alberto Alfredo Tristano, membro del cdr – Dopo tre mesi ci troviamo davanti la convocazione dell´assemblea dei soci nella quale si votera´ la liquidazione del giornale. E´ una situazione bizzarra, quasi kafkiana, se si considera che tra qualche giorno il governo ufficializzera´ l´incremento del fondo per l´editoria´´. Martedi´ prossimo – come annunciato dal portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti in conferenza stampa -, il sottosegretario con delega all´Editoria, Paolo Peluffo, dovrebbe illustrare in Commissione Cultura alla Camera i nuovi criteri per la ripartizione dei fondi e ufficializzare l´aumento del fondo per l´editoria, che dovrebbe raggiungere quota 120 milioni. Secondo i calcoli del cdr, al Riformista potrebbe spettare un milione e 800 mila euro. ´´Noi non neghiamo che ci siano dei problemi – spiega Tristano – Chiediamo pero´ che prima vengano esperite tutte le strade possibili, come il contenimento dei costi, cosa che e´ gia´ stata avviata, e un serio sviluppo di Internet, che non e´ mai stato affrontato nel modo dovuto´´. ´´Quando chiude un giornale, di destra o di sinistra che sia, non e´ mai una bella notizia´´, afferma Ignazio La Russa del Pdl. ´´Va espressa la piena e convinta solidarieta´ al Comitato di redazione´´, sostiene il senatore del Pd Vincenzo Vita, che si chiede ´´quando si mettera´ mano all´intera vicenda dell´editoria italiana, retta ormai da regole desuete e figlie di normative piene di trabocchetti o aggirabili´´. Solidarieta´ arriva anche, tra glia altri, da Michele Meta e Enrico Farinone del Pd, Carmelo Briguglio di Fli, Fabio Evangelisti dell´Idv. (ansa)