“La riforma del mercato del lavoro pensata dal Governo Monti e condivisa dalle parti sociali con l´eccezione della Cgil è il compimento di anni di attacco ai diritti dei lavoratori e rappresenta il definitivo smantellamento delle garanzie costruite dal dopoguerra a oggi a difesa dei più deboli.
La cancellazione di fatto dell´articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori si inserisce in un quadro che lascia sostanzialmente intatta le disparità di trattamento fra precari e, a questo punto, ex-garantiti, che rinvia a data da destinarsi l´accelerazione delle procedure giudiziarie, che non estende gli ammortizzatori a tutte le fattispecie contrattuali, lasciando così scoperti milioni di lavoratori, che riduce l´indennità di mobilità a un solo anno e che non cancella il lavoro atipico. L´indennizzo previsto per i licenziamenti poi, senza un´azione di sveltimento dei processi civili, rischia di diventare per i dipendenti l´ennesimo credito inesigibile.
Si aggiunga una beffa che riguarda in particolare i giornalisti, visto che la lotta alle “false partite Iva” varrà per tutti tranne gli iscritti agli albi professionali, per cui per la nostra categoria ci sarà libero diritto di sfruttamento, mettendo l´Ordine nell´imbarazzante situazione di essere l´escamotage per aggirare la regolarizzazione del lavora dipendente.
Tutto ciò viene proposto in quadro di pesante recessione e perdita di produttività, come dimostra l´aumento vertiginoso della cassa integrazione a febbraio, col rischio che i licenziamenti individuali diventino la via per ridurre il personale, specie nelle piccole e medie aziende.
Credo che la segreteria della Fnsi debba prendere in considerazione di convocare una sessione straordinaria della Consulta dei Cdr e del Consiglio Nazionale. Serve una mobilitazione forte che accompagni l´esame dei provvedimenti in Parlamento e ne chieda, o meglio ne imponga una loro radicale modifica”.