Milano, 21 mar – I legali di 4 tunisini, imputati per alcuni disordini avvenuti nel Cie di Milano a gennaio, hanno chiesto al gip di ´´essere autorizzati´´ ad accedere nel centro di identificazione ed espulsione accompagnati anche da tre giornalisti, perche´ ´´esiste un rilevante interesse pubblico´´ nell´entrare e verificare lo ´´stato di quei luoghi´´. In particolare, gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini hanno avanzato al gip di Milano Laura Marchiondelli l´istanza perche´ – spiegano – verificare ´´lo stato dei luoghi e del settore e in particolare´´, dove e´ avvenuto l´incendio di cui sono accusati gli immigrati, e´ necessario per poter difendersi nel processo. L´istanza e´ stata formulata sulla base della norma che prevede le indagini difensive anche in relazione ai ´´luoghi non aperti al pubblico´´, come i Cie. La norma indica infatti che bisogna richiedere il ´via libera´ del gip. I due legali hanno anche chiesto che possano accedere assieme a loro una giornalista del Tg3 Lombardia, una collega di ´Terre di Mezzo´ e un altro cronista di Radio Popolare. I legali infatti hanno spiegato che una giornalista nei giorni scorsi aveva chiesto alla Prefettura di poter entrare per andare a vedere cosa era accaduto nel centro a seguito dei disordini, ma l´accesso le era stato negato ´´per ragioni di sicurezza´´. Gli stessi avvocati nei giorni scorsi avevano ´denunciato´, sempre attraverso una istanza al gip, le ´´condizioni disumane´´ della detenzione dei 4 tunisini (per loro il processo e´ fissato per il 24 maggio) a San Vittore, a causa del sovraffollamento. Richiesta di scarcerazione ´bocciata´, ma con alcuni atti trasmessi dal giudice al Dipartimento dell´amministrazione penitenziaria, competente sulle politiche carcerarie. (ansa)