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Libertà di stampa: Osce, in un anno giornalisti in carcere saliti da 57 a 95 in Turchia

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Istanbul, 2 apr – L´Osce lancia l´allarme: nel giro di un anno il numero dei giornalisti in carcere in Turchia è quasi raddoppiato, passando a 95 a 57, un dato che mette in luce la necessità di riforme ´immediate´ delle leggi sui media del paese. ´Il numero dei giornalisti in carcere in Turchia è aumentato in modo significativo dallo scorso anno – ha dichiarato Dunja Mijatovic, rappresentante Osce per la libertà dei media, commentando i risultati dell´ultimo studio dell´Organizzazione sui media turchi -. Questo è preoccupante e richiede l´immediata attenzione e azione da parte delle autorità”. Il dato, secondo Mijatovic “solleva questioni fondamentali sulle leggi e sulle strategie del governo in relazione a giornalismo e libertà di espressione in Turchia. Temo che la minaccia del carcere possa condurre a un´ampia autocensura. La legge va cambiata e i giornalisti in prigione per il loro lavoro vanno liberati”.

Secondo lo studio dell´Osce i giornalisti devono affrontare lunghi periodi di carcerazione peeventiva e pene pesanti in caso di condanna. “Di norma i tribunali non concedono la scarcerazione ai giornalisti in attesa di processo – commenta Mijatovic -. Sono a conoscenza di soli sette casi in cui ciò è accaduto”. Le norme invocate più di frequente per mettere in carcere i giornalisti sono gli articoli 5 e 7 della legge antiterrorismo, che fanno riferimento a organizzazioni terroristiche e al sostegno e alla propaganda per tali organizzazioni, e l´articolo 314 del Codice penale, che sanziona l´appartenenza a banda armata. La rappresentante Osce per la libertà dei media ha sottolineato che il governo ha il diritto di combattere il terrorismo e proteggere i suoi cittadini, ma ha sottolineato che “un´informazione obiettiva su tutti i temi, anche quelli delicati come il terrorismo, è un elemento fondamentale delle società democratiche e e i giornalisti giocano un ruolo indispensabile fornendo informazioni al pubblico”.

Nel mese di marzo il governo islamico-moderato aveva annunciato un pacchetto di riforme che avrebbe accorciato i tempi di carcerazione preventiva e condonato i reati a mezzo stampa, ma non qeulli di terrorismo per i quali è in carcere la maggiornaza delle giornaliste e dei giornalisti turchi. (tmnews)

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