Cerca
Close this search box.

La Consulta dei Fiduciari e Cdr
"Difendere i più deboli
per tenere unita la categoria"

Condividi questo articolo:

L´approfondimento della crisi economica che ha travolto il nostro paese negli ultimi quattro anni continua a far sentire le sue ricadute sul mondo dell´editoria. Cala drammaticamente il numero degli occupati. Le continue richieste di stati di crisi da parte degli editori hanno praticamente esaurito le risorse destinate dalla legge. La riduzione del perimetro del lavoro trova conferma nei numeri Inpgi, con una contrazione del 7% dell´occupazione ex articolo 1. La crescita del 6% degli iscritti all´Inpgi2 fotografa un mercato e una politica editoriale che sembra fare a meno delle redazioni strutturate, dei corpi redazionali, appaltando temi e notizie all´esterno, a professionisti che vivono sotto il perenne ricatto del rinnovo di collaborazioni, pagate una miseria, all´insegna di una precarietà di chi non può dire no, per ragioni di semplice sopravvivenza.

Stampa Romana e la consulta dei cdr ritengono che, anche in un momento di crisi, di transizione, di possibili scontri generazionali tra colleghi, la categoria debba essere compatta.


La riforma Fornero del mercato del lavoro, se non sarà cambiata dalla Camera, precarizza tutti. Non risolve il problema delle false partite Iva, sia perchè non si applica ai professionisti iscritti in un ordine, sia perché il limite lordo per la trasformazione del rapporto di lavoro in uno dipendente è troppo basso con i suoi 18mila euro annui. Il nuovo articolo 18, così come è impostato, apre la porta ai licenziamenti individuali e alle grandi ristrutturazioni interne, restringendo i margini del reintegro.


Anche per queste ragioni di contesto legislativo, tutti i colleghi devono e dovranno essere adeguatamente rappresentati. Lo sforzo dei comitati di redazione deve essere quello di includere e non di escludere, partendo dal rispetto delle regole esistenti e dalla creazione di una piattaforma normativa che guardi al rinnovo del contratto, non più e non solo in una chiave difensiva ma colga il nuovo (l´evoluzione tecnologica, i sistemi crossmediali), lo assimili, lo tipizzi contrattualmente e lo riconosca all´interno delle redazioni.


Servono nel contratto nazionale regole più chiare per garantire che lo sviluppo delle produzioni digitali e multimediali avvenga nel rispetto della professionalità dei colleghi – anche attraverso una adeguata formazione – e non rappresenti un alibi per le aziende per ridurre l´autonomia professionale dei giornalisti e trasformarli in meri esecutori di una catena produttiva


La consulta fa propria la decisione del Direttivo di Stamparomana e invita tutti i comitati di redazione affinchè i colleghi pensionati, magari appena prepensionati in stati di crisi, non occupino posizioni improprie di redattore ex articolo 1.


Invita i comitati di redazione a vigilare, magari attribuendo deleghe specifiche a uno dei suoi componenti, sullo stato dii collaboratori, partite iva e cococo, sulle lettere d´incarico, su tempi e compensi dei pagamenti, sulla loro funzione, in base alle prerogative sull´organizzazione del lavoro ex art. 34 CLNG.


Chiede alla FNSI di riunire entro l´inizio dell´autunno la Commissione contratto per impostare una piattaforma per il prossimo contratto, che sappia tenere unita la categoria, adattandolo ai diversi rami della professione (emittenza radiotelevisiva, web, carta stampata, agenzie) e alle evoluzioni tecnologiche (riscrivendo magari in chiave crossmediale anche gli artt. 2 e 12) e di approfondire, con il contributo dei suoi legali, le strategie di difesa dagli abusi che i colleghi e i CdR potranno riscontare di fronte alla riscrittura dell’articolo 18 che liberalizza di fatto i licenziamenti individuali


Chiede una particolare attenzione ai quotidiani di idee e di partito la cui crisi drammatica, anche per il taglio dei contributi pubblici, è lontana dall´essere risolta.


Si impegna a promuovere la nascita di coordinamenti per settori editoriali, per affrontare, in modo più specifico e dettagliato, questioni simili. Un modello già creato per le agenzie di stampa, il cui dibattito pubblico passerà da un grande convegno previsto il 26 giugno, e applicato a Sindimedia, per l´emittenza radiotelevisiva privata.


Si augura il rilancio della missione editoriale della Rai. La più grande azienda culturale del paese si trova in bilico tra una auspicabile rifondazione e la definitiva resa a logiche puramente politiche che nulla hanno a che vedere con il pluralismo e il servizio pubblico. Mentre si discute e si decide di rinnovi di cda e direttore generale e si fa largo una sanatoria sui giornalisti non contrattualizzati come tali all´interno delle testate, emergono ancora casi sconcertanti, tipici di ancien regime, come il taglio dei giornali di partito, per decisione del Direttore, dalla rassegna stampa di Gr Parlamento, tradendo il ruolo della testata, e il rinnovo di una collaborazione a un pensionato all´interno della TGR Lazio, in violazione di regole e prassi sindacali.


 

Il network