L’assemblea dei giornalisti di Metro, all’unanimità, ha deciso con effetto immediato, di entrare in stato di agitazione e di conferire al Comitato di redazione il potere di scegliere e di mettere in atto, in qualsiasi momento lo ritenga opportuno, qualsiasi ulteriore forma di lotta. Non esiste altro modo per difendere la dignità di una delle più importanti testate nazionali, la prima ad aver introdotto in Italia la rivoluzione della free press, una testata a tutt’oggi letta e scelta da oltre un milione e mezzo di persone (un dato in crescita, secondo le ultime rilevazioni Audipress, in piena controtendenza rispetto alla crisi generale) dal vero e proprio tentativo di impoverimento messo in atto dall’Editore: il quale ha presentato un piano di crisi che sarebbe capace, se attuato, di destrutturare la capacità di questo giornale di offrire informazione di qualità. Non è bastato che i giornalisti, in questi mesi e anni difficili, si facessero carico, pur con le risicatissime forze che avevano, di un lavoro straordinario, con senso di responsabilità, per garantire il buon nome di Metro sopperendo alla continua violazione degli accordi sull’organico, al taglio dell’edizione della Sardegna, sacrificata, così fa sapere l’Editore, a causa di un passivo per nulla ingente. No, non è bastato. Contraddicendo le rassicurazioni da lui stesso date alla redazione, l’Editore ha deciso di andare oltre. Per difendere la nostra storia e il vostro diritto, cari lettori, di continuare a leggerci, noi giornalisti di Metro opponiamo il nostro fermo “no”.
L’assemblea dei giornalisti di Metro.