Roma, 24 febbraio 2016 – Il co.co.co. non è un contratto che dà garanzie, è un contratto che il Presidente del Consiglio Renzi ha promesso di cancellare nel jobs act, ma che esiste ancora proprio per i giornalisti, perchè professione ordinistica.
Un mostro giuridico, le parasubordinazioni. Sono le foglie di fico per rendere meno identificabili rapporti di lavoro che sono strutturalmente identici al contratto da redattore ordinario.
La riproposizione di un co.co.co, quindi, non può essere una soluzione corretta nella vicenda di Paolo Tripaldi, il cronista che per anni ha seguito quotidianamente la cronaca nera e giudiziaria per l’Agi.
Per solidarietà nei suoi confronti quasi cento giornalisti hanno manifestato davanti alla sede dell’agenzia.
Tripaldi ha fatto valere i propri diritti davanti al giudice del lavoro. La prima sentenza ha dato ragione all’azienda ma si tratta solo di una tappa. L’editore Agi ha chiuso il rapporto di lavoro e ha rifiutato le ipotesi conciliative avanzate da Tripaldi dopo il sit in e la mediazione sindacale.
Non è questa la strada, non è questa la risposta.
L’Associazione stampa romana e il Sindacato cronisti romani sono a fianco del collega, gli confermano ogni sostegno anche nel prosieguo del contenzioso.
Asr e Scr ringraziano il Cdr dell’Agi per la mediazione effettuata nei giorni scorsi nei confronti dell´azienda e per quello che potrà fare in futuro.
E´ grave purtroppo che l´azienda abbia interpretato il ricorso al giudice del lavoro della Repubblica Italiana alla stregua di un atto vandalico. Si tratta di una azienda di informazione primaria che lavora con la convezione con lo Stato, con la Presidenza del consiglio dei ministri.
Associazione Stampa Romana
Sindacato Cronisti Romani