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ASR: per il lavoro autonomo la stella polare sia la Costituzione

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Roma, 18 marzo 2016 – Non è una novità che dare una risposta ai bisogni del lavoro autonomo giornalistico è la sfida più impegnativa che attende il nostro sindacato. Ottenere una cornice inattaccabile giuridicamente e socialmente per il lavoro autonomo costituisce il presupposto per offrire risposte certe e dignitose ai colleghi in termini di opportunità e reddito.
La sentenza del Consiglio di Stato che annulla la delibera sull´equo compenso ribadisce la correttezza della posizione di Stampa Romana sulla questione. Abbiamo sempre contestato l´ammontare di quella delibera, il demoltiplicatore e la sua traduzione nell´impianto del rinnovo contrattuale. Il Consiglio di Stato non solo ribadisce la non corrispondenza di quei compensi all´articolo 36 della Costituzione (il compenso deve essere equo e dignitoso) ma ne conferma l´illegittimità perchè quei compensi non erano allineati a quelli definiti dalla contrattazione collettiva. Il che, se siamo conseguenti, dovrebbe comportare la cancellazione delle norme dell´accordo collettivo sul lavoro autonomo proprio perchè contrastano con altri segmenti, retributivi e normativi, del CCNLG. Il Consiglio di Stato, in qualche modo, richiama un tema caro a Stampa Romana: il costo del lavoro autonomo deve essere coerente con quello del lavoro dipendente.
Se dunque il Consiglio di Stato, massima autorità amministrativa, annulla una normativa di sistema perchè il tetto di compenso è insufficiente, desta sconcerto, perplessità, irritazione che il Viminale selezioni con un bando un giornalista professionista che si occupi di immigrazione per farlo lavorare gratis e che il ministro Alfano rivendichi la plausibilità e la correttezza dell´operazione.
Stampa Romana ha investito della questione l´Autorità Nazionale Anticorruzione ritenendo che quel bando sia illegittimo per la violazione della legge 150 sugli uffici stampa e incostituzionale. Sorprende e delude che lo Stato, in una delle sue massime espressioni, contraddica il patto sociale per il quale si regge. L´Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro (articolo 1). Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa (articolo 36).

Segreteria Associazione Stampa Romana

 

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