Stampa Romana non aveva mai avuto tanta pubblicità in una sede democratica, quella del Consiglio regionale del Lazio.
Durante la discussione della legge sull’informazione e la comunicazione, legge centrale per il nostro sistema ridotto al collasso, Davide Barillari, cinque stelle, ha ripetutamente citato Stampa Romana e il “famoso Pappagallo”.
Amiamo e apprezziamo da sempre le citazioni ma riteniamo che vadano ancorate a un dato di realtà.
Stampa Romana è il sindacato territoriale unitario dei giornalisti. Non ce ne sono altri. Siamo l’unica rappresentanza morale, materiale e legale degli interessi e dei diritti legittimi della categoria. Anso, citata da Barillari come succedaneo di Stampa Romana, è in realtà una associazione di editori di siti locali. La FIEG sono gli editori nazionali. La FNSI è il nostro sindacato nazionale di cui Stampa Romana è espressione territoriale. Nei primi due casi è come paragonare le mele alle astronavi: non sono fungibili legalmente e praticamente.
Ancora. I colleghi dell’ufficio stampa del Consiglio regionale rispettano le leggi, le regole dell’informazione e la deontologia professionale. Certamente i loro editori non sono i singoli consiglieri.
Infine, i colleghi dell’ufficio stampa del Consiglio regionale sono stati assunti con concorso pubblico nel 2007. È il metodo migliore per tenere la schiena dritta e rappresentare il pluralismo e la libertà dell’informazione, temi tanto cari al consigliere pentastellato.
Ringraziamo allora Davide Barillari per la pubblicità, non tanto occulta, e lo invitiamo a Stampa Romana per spiegargli come funziona il nostro sindacato e come ogni giorno si batta per difendere in ogni sede (compresa quella legislativa regionale) i diritti dei colleghi.
Ringraziamo ancora di più i consiglieri Francesco Storace e Marta Bonafoni e il presidente del consiglio regionale Daniele Leodori per aver riportato il dibattito sui temi indispensabili al rilancio dell’informazione nella nostra regione.