Lo scambio pubblico di cortesie tra l’azionista di maggioranza dell’Unità, rappresentato da Stefanelli e Pessina, e il Pd, versione Bonifazi e Testa, dimostra cosa non ha funzionato nella rinascita della testata e cosa la sta portando a un esito annunciato.
La mancanza di una cornice di regole condivise, di un piano industriale ed editoriale e la presenza di stock option politiche che mal si connettevano con la leva del denaro dei finanziatori, non potevano che produrre un risultato disastroso.
I lavoratori e i colleghi chiedono risposte rapide ai soci e al segretario del Pd, Matteo Renzi.
Resta però chiara una cosa: se non si riscrive da zero, a partire dal rispetto del lavoro e della dignità dei redattori e del comitato di redazione, un patto sociale basato su regole condivise sindacali, contrattuali, deontologiche, qualsiasi intervento sul giornale sarà solo un placebo di una lunga e lenta agonia.
Segreteria Associazione Stampa Romana