140 anni di storia di Stampa Romana si possono riassumere così…
Un cammino nato praticamente con l’unità d’Italia a Roma, come se la Nazione unita, con il riconoscimento fisico della Capitale come fulcro, chiedesse una stampa libera, in grado di tutelare la categoria e i suoi componenti.
Leggerete in modo articolato nell’intervento di Pierluigi Franz l’episodio da cui è nato tutto. Un episodio che richiama padri nobili dello Stato e del giornalismo italiano. Un episodio che agli occhi di un giovane o una giovane collega potrebbe apparire incomprensibile, ma che racchiude in sé una delle caratteristiche fondamentali del sindacato dei giornalisti: la mediazione. Dalla mediazione per risolvere controversie all’Associazione il passo è stato relativamente breve.
Non sappiamo se i padri fondatori avessero previsto che il loro beau geste avrebbe avuto una così lunga vita, attraversando i tempi della monarchia, del fascismo, della rinascita democratica, delle seconde, terze, quarte repubbliche. Certo è che l’Associazione ha avuto e ha un ruolo di primo piano nello sviluppo di una stampa democratica e libera nella Capitale, sul territorio del Lazio e, all’interno della Federazione della Stampa, lungo tutta la Penisola.
Lo sguardo a ritroso non deve tuttavia farci dimenticare il presente. Un presente di lunga crisi del nostro settore, di sofferta tenuta degli enti di categoria, di una trasformazione che ci impone la produzione digitale.
Stampa Romana si sta adeguando a questo processo di trasformazione: ha da tempo intrapreso un percorso di novità e di rinnovamento, consapevole, nelle sue articolazioni, nel suo intero gruppo dirigente, che si può guardare avanti con fiducia solo se non si resta fermi. Se vengono tutelati i diritti di tutti. Una categoria mutata ha bisogno di un sindacato che ne riconosca le differenze al suo interno per cercare unità, nella rappresentazione e nell’accoglienza delle necessità di ogni singolo iscritto. Ascolto, condivisione e progetti concreti. Come è accaduto nella recente Assemblea degli iscritti, dove i colleghi si sono riconosciuti parte di una comunità, impegnata nelle sue diverse anime a migliorare la propria condizione.
Il nostro fine ultimo è quello di raccontare ai cittadini quello che vediamo e per il racconto articolato, libero e senza pregiudizi passano il presente e il futuro di tutti i professionisti che io mi onoro di rappresentare. Il presente e il futuro della nostra categoria.
Alessandra Rotolo Presidente ASR