Mille pensieri. Ci sfugge l’idea. La strada con obiettivi e strategie.
Al netto dell’incertezza legata alle numerose variabili destinate a incidere non poco sul futuro aziendale e di tutti noi, (dall’esito della prossima scadenza elettorale alla soluzione della vicenda Vivendi) la situazione merita una profonda riflessione e pone interrogativi stringenti.
La redazione del Tg5 è costretta a misurarsi quotidianamente con numerose criticità: organico sempre più sottile, un sistema editoriale multimediale che non funziona ancora in modo del tutto efficiente, mezzi (troupe) per qualità e quantità spesso inadeguati allo sforzo produttivo e allo standard richiesto da una notiziario nazionale ancora oggi in grado di raccogliere un ascolto medio stabile attorno al 20% nelle sue edizioni principali. Anche fuori dall’ordinario e dalle breaking news, il Tg5 mostra una capacità di presa sul pubblico significativa come dimostrano i numeri (mediamente dal 17 al 19% di share) degli speciali realizzati in queste settimane per la seconda serata del sabato. In questo senso, le richieste avanzate dalla direzione del telegiornale sono state in parte accolte dall’azienda e ne siamo molto contenti, soprattutto perché si aprono nuove occasioni di lavoro per i colleghi. Ma la modalità contrattuale, quattro tempi determinati sotto la testata News Mediaset e assegnati al Tg5, (non distaccati) lascia sorpresi, perché sembra preludere al fatto che l’organico del Tg5 non dovrà più crescere in futuro. Si pone quindi il nodo dei tempi determinati che già lavorano da parecchio tempo per la nostra redazione. Quale la prospettiva? Dobbiamo pensare che il Tg5 sia in una fase di smobilitazione? Quale sarà il futuro editoriale del Tg5 e dell’area news di Mediaset?
Sono temi che meritano di essere approfonditi per fare la necessaria chiarezza.
Ribadiamo con forza che la redazione del Tg5 resta fermamente contraria ad ogni ipotesi di trasferimento, integrale, parziale o graduale, della testata da Roma a Milano, convinti che tale scelta, di cui mai sono stati chiariti vantaggi e strategie, avrebbe almeno due conseguenze negative:
1. Una significativa riduzione delle capacità produttive del Centro Palatino, con tutti i connessi rischi in termini occupazionali, non solo per i giornalisti del Tg5, ma in prospettiva per tutti i giornalisti delle redazioni romane nonché per le altre categorie professionali Mediaset e per il vasto indotto che ruota attorno alle produzioni Mediaset Palatino.
2. Decidere di ridurre il Palatino ad una piccola sede di corrispondenza, produrrebbe un inevitabile ridimensionamento, sostanziale e di immagine, dello storico ruolo editoriale di Mediaset, capace di assicurare per oltre 25 anni, un’insostituibile voce al servizio del cittadini e del pluralismo dell’informazione. Un servizio pubblico fornito dalla più grande azienda editoriale privata del paese, con due anime, una a Milano l’altra a Roma, nella capitale, prescelta quale sede per la nascita del Tg5, decisione che si è rivelata da subito vincente. Un’operazione trasloco in un difficile contesto politico come quello attuale, sarebbe una mossa incomprensibile. È facile immaginare che, ben oltre il voto politico di primavera, continueranno a permanere le difficoltà e le tensioni politico-istituzionali che hanno sinora caratterizzato l’Italia. Inoltre per un’azienda che – come Mediaset – lavora in regime di concessione, resta essenziale conservare una presenza forte ed un rapporto diretto con il centro dove vengono assunte le decisioni rilevanti per il Paese, riferite in presa diretta.
Domani 1 dicembre il Cdr del Tg5 e i fiduciari sindacali Mediaset di Roma parteciperanno a “Riaccendiamo Roma”, un’iniziativa di Stampa Romana insieme alle forze politiche per discutere del ruolo e del futuro dell’emittenza privata, grande e piccola, nella capitale. Inoltre un appuntamento molto importante sarà l’assemblea dei Cdr Mediaset convocata a Milano, il prossimo 13 dicembre, per parlare dei temi occupazionali e contrattuali che riguardano tutti i giornalisti Mediaset.
I giornalisti del Tg5, insieme ai colleghi delle altre redazioni romane e agli altri dipendenti Mediaset palatino, hanno già effettuato, in stretto contatto con associazione Stampa Romana ed Fnsi, una giornata di sciopero lo scorso 26 maggio, ma non hanno ricevuto alcun chiarimento in questi mesi dall’azienda sui temi che riguardano il lavoro e il futuro di centinaia di persone. Pertanto l’assemblea dei giornalisti del Tg5 dichiara all’unanimità lo stato di agitazione e rinnova il mandato al Comitato di redazione di fare ricorso, qualora lo ritenga opportuno, al pacchetto di giorni di sciopero già approvato nell’assemblea del scorso mese di Marzo.
Chiediamo un incontro urgente con l’azienda per discutere i temi che riguardano il futuro del Tg5, del centro Palatino, delle News Mediaset.
L’Assemblea del Tg5