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“Liberiamo il Velino”

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Scrive una nostra collega: “L’unico problema che NON ha “Il Velino” sono i giornalisti!”. Come darle torto.

I giornalisti ancora in servizio e quelli che hanno lasciato l’agenzia di stampa per essere assunti altrove hanno dimostrato ovunque di che pasta sono fatti. Cura delle fonti, disponibilità nell’eseguire compiti e mansioni, senso di sacrificio, missione.

Quello che manca all’editore.

Ieri l’assemblea ha espresso tutto il suo disappunto, tutto il suo sconcerto, tutto il suo dolore per la situazione attuale. Registrano i colleghi una no man’s land, culminata con il mancato pagamento degli stipendi nonostante sia in corso un ammortizzatore sociale. L’unica idea cara a Simoni in questi anni è stata quella di cercare una sponda politica purchessia, per giocare la propria di partita con effetti su tutta la scacchiera delle agenzie come abbiamo riscontrato negli ultimi anni.

Ha chiesto e ottenuto un ammortizzatore sociale non concordato con il sindacato (una cassa al 70%, una lunga sequenza dal 2015), ha azzerato qualsiasi gerarchia interna perché questo era giusto per il bene dell’azienda. Dimenticando così qualità del servizio, valore degli abbonamenti ridotti nel tempo, potenzialità di sviluppo che non possono prescindere dal lavoro dei colleghi.

L’assunto di partenza era ed è semplice: se lavori con la redazione hai possibilità di farcela e di salvarti dalla crisi, se lavori senza la redazione o addirittura contro, la fine è segnata. Quella collega avrebbe potuto scrivere: “Liberate il Velino”.

Certamente noi continueremo ad ascoltare i colleghi e a difendere in ogni sede le ragioni dei loro diritti e della loro professione.

Segreteria Associazione Stampa Romana

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