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Presentare un indagato come imputato è diffamazione

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Importante decisione della Cassazione in tema di libertà di stampa e di cronaca giudiziaria: costituisce diffamazione a mezzo stampa presentare falsamente al pubblico in un articolo giornalistico una persona come imputata, anziché come indagata. A distanza di ben 16 anni e mezzo dai fatti la prima sezione civile della Suprema Corte con ordinanza n. 12370 del 18 maggio 2018 ha così definitivamente condannato l’ex direttore del quotidiano La Repubblica Ezio Mauro e l’inviato Daniele Mastrogiacomo a risarcire complessivamente 43 mila euro all’ex ambasciatore d’Italia in Albania Paolo Foresti proprio perché falsamente presentato ai lettori come imputato, anziché come indagato in un’inchiesta della Procura della Repubblica di Frosinone.

Questo è il principio di diritto affermato dai supremi giudici: «Integra diffamazione a mezzo stampa, per l’insussistenza dell’esimente del diritto di cronaca giudiziaria, l’attribuzione ad un soggetto nell’ambito di un articolo giornalistico della falsa posizione di imputato, anziché di indagato, in quanto il giornalista riferisca di un’avvenuta richiesta di rinvio a giudizio, in luogo della reale circostanza della notificazione dell’avviso di conclusioni delle indagini preliminari di cui all’art. 415-bis cod. proc. pen., non potendo detti atti reputarsi equivalenti, dal momento che quest’ultimo, a differenza del primo, non comporta esercizio dell’azione penale ed ha lo scopo di consentire all’indagato l’esercizio del diritto di difesa con la possibilità di un approfondimento delle stesse indagini».

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