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Solo tagli e nessuna proposta industriale

Sostegno all'editoria

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Solidarietà a Repubblica del 20%, altra solidarietà all’Espresso del 30% e chiusura del sito del glorioso settimanale d’inchiesta. In coerenza con quanto annunciato qualche mese fa gli azionisti di Gedi decidono di presidiare i rispettivi mercati di riferimento tagliando le retribuzioni, tagliando il lavoro, addirittura chiudendo la vetrina e la visibilità del sito.

Un paio di anni fa l’avventura di Gedi era stata descritta come una fusione doverosa perché, solo facendo massa critica e mettendo insieme due storie importanti e convergenti, si poteva salvare la dorsale dell’informazione italiana cartacea.

Cosa è cambiato da quei presupposti? Che tipo di prodotti sono stati realizzati in questi anni? Perché si sono perse copie? Che impatto ha sui conti Gedi il digitale? Chi decide all’interno della compagine azionaria? Sono tutti interrogativi legittimi riproposti anche dal comitato di redazione dell’Espresso. Dubbi sui quali attendiamo risposte precise dall’azienda.

Ci attendiamo anche un’altra cosa: una idea di sviluppo, un rilancio attraverso una identità netta e chiara, una ambizione alta di segno nettamente diverso da tagli e chiusure, degna della storia e del valore del settimanale d’inchiesta e del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari.

Segreteria Associazione Stampa Romana

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