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Azzerare il finanziamento pubblico è una punizione per il settore

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Il consiglio dei ministri ha stabilito che il 2019 sia una data a sua modo storica. Lo Stato si disimpegna dal sostenere il giornalismo. Non tutto per carità. Restano i fondi a radio e tv private gestite dallo sviluppo economico, alla Rai, alle agenzie di stampa.

Scompariranno invece le sovvenzioni alle testate edite da cooperative, no profit, con un bacino territoriale molto piccolo.

Avvenire, Manifesto, Foglio, Latina e Ciociaria Oggi solo per citare la foto a noi più vicina possono perdere un pilastro fondamentale di sostegno.

Nei giorni scorsi le associazioni di categoria avevano chiarito l’esiguità del sostegno pubblico se distribuito su 60 milioni di italiani, 1 euro a testa l’anno, e il ruolo invece essenziale di pensiero libero e critico e di presidio territoriale di queste testate.

Le migliaia di posti di lavoro in ballo a livello nazionale sono l’altra faccia di una scelta incomprensibile e punitiva.

Se è vero che si immaginano nuove forme di sostegno al consumo editoriale sappiamo oggi con certezza che si aprirà una nuova stagione di crisi occupazionale proprio quando almeno in questo settore si era raggiunto faticosamente un punto di equilibrio.

Chiediamo a deputati e senatori sensibili alle ragioni dei territori e alla ricchezza delle voci fuori dal coro di esercitare il loro ruolo dai banchi di maggioranza e opposizione.

Stampa Romana si mette a disposizione di redazioni e Cdr per tutte le iniziative e le azioni che si vorranno mettere in campo per evitare questi scenari.

Segreteria ASR

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