Sembrerebbe scontato scrivere, parlare, raccontare di mafia nel 2018 in italia. Non è così. Come una marea che conosce la sua risacca anche l’informazione che si occupa di grande criminalità organizzata vive di onde e di riflussi.
La stagione degli omicidi, delle stragi, dei rapimenti, delle faide per droga contemporaneamente aveva allenato una generazione di cronisti di razza e aveva instillato nei cittadini una serie di anticorpi che hanno reso praticabile e realizzabile la risposta delle Istituzioni, hanno dato corpo alla presenza dello Stato.
Oggi le mafie tendono a non uccidere, evitano i riflettori della cronaca, preferiscono in altro modo incidere sul vivere civile e continuano a fare affari e a riciclare danaro.
L’informazione però sembra relegare il tema a margine del flusso della cronaca, come se quel mondo non fosse degno di essere raccontato o peggio come se quel mondo fosse finito, chiusa la stagione degli omicidi e delle stragi.
Attilio Bolzoni, inviato e cronista per Repubblica, ci racconterà come oggi si possono e si devono raccontare le mafie. Lo fa con un blog sul suo quotidiano e lo fa con una serie di piccoli libri, editi da Melampo. Vogliono tenere alta l’attenzione pubblica, invitano a non sedersi sugli allori.
Incontreremo Attilio Bolzoni il prossimo 21 novembre alle 11,30 a Stampa Romana.
Ci racconterà il senso di questa sfida accompagnato da Giovanni Tizian, cronista dell’Espresso, finito nel mirino della ‘ndrangheta per aver scovato affari sporchi nella insospettabile Emilia.
Bolzoni al termine della presentazione ci inquadrerà l’inchiesta Montante, sia riportandone gli ultimi sviluppi sia ripercorrendo lo schema investigativo che ha anticipato l’inchiesta della magistratura in una vicenda emblematica per livello di coinvolgimento e per metodi intimidatori.
Vi aspettiamo.